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“Aumento Iva ha bruciato un miliardo di mancati acquisti”

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MILANO (WSI) – Troppe tasse e i consumi delle famiglie italiane sono sempre più a picco. L’allarme arriva da Centromarca: «le famiglie non sono più in grado di sostenere altri aumenti della pressione fiscale e via via tagliano le risorse destinate ai consumi, compresa la spesa quotidiana. In due anni per effetto dei soli aumenti Iva – dice il presidente di Centromarca Luigi Bordoni – è stato bruciato un miliardo di euro in mancati acquisti. E l’uscita dalla crisi prevista per il 2014, non sembra sufficiente a stimolare la ripresa degli acquisti».

IL CONTESTO – Il quadro emerge da un’indagine realizzata da Ref Ricerche e Iri. Grazie allo sforzo della distribuzione moderna e dei marchi nel contenere i prezzi, nel 2013 «le famiglie italiane hanno potuto risparmiare mediamente 228 euro sull’acquisto dei beni di base, pari a circa il 9% dell’investimento annuale in consumi essenziali». Ma in assenza di provvedimenti, prosegue l’associazione dell’industria di marca, «le vendite sono destinate ad essere contraddistinte dal segno meno».

I NUMERI – «Anche l’ultimo semestre ha registrato un calo, seppur più contenuto rispetto alla prima parte del 2013 – rileva Iri – E neppure i consumi di Natale saranno in grado di compensare la flessione». Per panettoni, pandori, dolci natalizi e spumante le famiglie italiane spenderanno circa 700 milioni di euro, come nel 2012, «ma l’anno chiuderà con un calo complessivo delle vendite a volume del -1,5%, con le regioni del Sud e del Centro più penalizzate. I consumi sono tornati sui livelli del 2010». «Servono scelte decise – prosegue Bordoni – al Governo chiediamo interventi urgenti a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, a cominciare dalla cancellazione di qualsiasi ipotesi di aumento della tassazione sui consumi, valutando l’importanza dello sforzo compiuto dall’industria e dalla distribuzione moderna per garantire alle famiglie un’offerta conveniente».

LA DISTRIBUZIONE – Infatti, sottolinea, solo una costante offerta di convenienza delle aziende e della rete distributiva «sta contribuendo a contenere la perdita dei volumi di acquisti, ma a scapito della marginalità e quindi delle possibilità d’investimento delle imprese». «Nel 2014 potrebbe iniziare una lenta inversione di tendenza – stima ancora Centromarca – ma un aumento delle imposte finirebbe per gelare sul nascere qualsiasi ipotesi di ripresa». I blandi segnali di ripresa registrati nei mesi estivi riflettono in prevalenza il traino della domanda internazionale di export. «Ma senza una riattivazione della domanda interna difficilmente la ripresa potrà consolidarsi» secondo Ref Ricerche. Per far ripartire il Paese servono dunque «annunci credibili che portino le famiglie a escludere nuovi aumenti della pressione fiscale. Aumentare le tasse – ribadisce Bordoni – in una fase di debolezza della domanda, significa aggravare ulteriormente la recessione».

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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