(Teleborsa) – Su richiesta della CONSOB, in relazione all’articolo apparso sul quotidiano Il Sole 24 ore in data 11 luglio 2010, si precisa che – in data 30 giugno 2010 – è stato depositato, presso il Registro delle Imprese di Milano, il “progetto di fusione” per incorporazione della Società Autostrade per il Cile s.r.l. (APC) nella Società Autostrade Sud America s.r.l. (ASA). Come noto, ASA – partecipata pariteticamente (con una quota pari al 45% del capitale sociale) dal Gruppo Atlantia (per il tramite di Autostrade per l’Italia S.p.A., “ASPI”) e da SIAS S.p.A. e, per il residuo 10%, da Mediobanca S.p.A. – è titolare, attraverso la controllata cilena Autopista do Pacifico S.A. (“AdP”), delle partecipazioni nel capitale delle società Sociedad Concesionaria Costanera Norte S.A. e Sociedad Concesionaria AMB S.A., che gestiscono, in regime di concessione, tratti autostradali localizzati nell’area metropolitana di Santiago. La prospettata fusione, che non modificherà la governance attualmente in essere, permetterà di ricondurre le predette società concessionarie nell’ambito di un unico perimetro di riferimento e, inoltre, si renderà propedeutica alla successiva operazione di fusione tra le sub-holding di diritto cileno AHC ed AdP. Ad esito della fusione, Atlantia e SIAS deterranno, rispettivamente, una quota pari al 45,7% dell’Incorporante cui corrisponde – sulla base del citato “rapporto di cambio” – un valore economico pari a 524 milioni di euro cadauna; a fronte di tale valore, si evidenzia che gli asset cileni risultano iscritti nel bilancio consolidato di Atlantia per un controvalore di 131 milioni di euro (73 nel bilancio separato di ASPI) e nel bilancio consolidato di SIAS per un ammontare di 125 milioni di euro (130 milioni di euro nel bilancio separato).
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