Economia

Aste immobiliari: da inizio pandemia persi 8 miliardi, ma la ripresa è dietro l’angolo

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La pandemia da COVID 19 continua a pesare sul comparto delle aste immobiliari, anche se la svolta positiva, epidemia permettendo, potrebbe arrivare nel 2022, quando ci si aspetta un numero di aste fissate vicino al pre-covid. Queste sono le stime di REVIVA, startup di vivacizzazione di aste, che da inizio pandemia ha calcolato un calo di 206.367 in meno, con una perdita di 8 miliardi di euro.

Nel 2021 sono state 185.555 le aste immobiliari in tutta Italia riferite a 126.425 lotti in vendita. “Un valore apparentemente positivo – spiegano da REVIVA – ma che nasconde una grave perdita per tutto il settore”.
C’è quindi stato sì un aumento del numero delle aste del 58% rispetto al 2020, anno in cui per diversi mesi i tribunali hanno sospeso le attività di vendita, ma ciò denota ancora un -27% rispetto al 2019.

É cambiata, inoltre, la natura degli immobili in asta: il 38,7% di questi, infatti, è di tipo non residenziale (laboratori, uffici, locali commerciali, alberghi ecc), e quindi più difficile da vendere, provocando un’ulteriore perdita di liquidità.

“Nel 2019 il ribasso dei prezzi aveva bruciato 3,4 miliardi, con una svalutazione media del 29%. Quest’anno, invece, la svalutazione complessiva è più bassa, di 2,5 miliardi, ma il dato curioso è che, a livello di percentuali, gli immobili si sono svalutati del 30%. Questo significa che comunque le procedure hanno cercato di standardizzare dei ribassi più marcati.” – ha spiegato Giulio Licenza, Co-founder di REVIVA.

Una svolta positiva potrebbe però essere dietro l’angolo:

Ci aspettiamo che nel 2022 si ritorni a volumi vicini a quelli del 2019: infatti gli ultimi due mesi del 2021 hanno visto un volume di aste fissate molto vicino agli ultimi due mesi del 2019, cosa che salvo ulteriori misure restrittive, ci fa ben sperare di essere indirizzati verso un periodo di “nuova” normalità. A partire da 2023 ci aspettiamo invece un ulteriore aumento delle procedure esecutive e delle nuove aste, dovute all’aumento degli NPLs causati dalla pandemia” ha aggiunto Licenza.

Il futuro delle aste immobiliari in Italia

Come sarà il futuro delle aste immobiliari? Reviva ricorda che dal 2023 inizieranno ad aumentare nuovamente le procedure iscritte, frutto anche dei nuovi default, e sarà quindi possibile vedere un maggior numero di immobili in asta. Cosa sarà necessario, però, per far riprendere a pieno regime questo settore?

Secondo la prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari,  occorrerà prima di tutto implementare gli asset tecnologici per industrializzare i processi e permettere alle risorse umane di focalizzarsi solo sulle attività di alto valore. Inoltre, bisognerà migliorare le competenze e gli strumenti di marketing, per far sì che, di fronte a una nuova offerta, non calino le vendite e di conseguenza i prezzi.

Il futuro delle aste, infine, è telematico: dall’inizio della pandemia, infatti, è stato registrato un aumento medio del +185% di aste svolte in modalità telematica o mista, rispetto alle aste in presenza fisica. Un dato che fotografa chiaramente la tendenza al lavoro da remoto, che ha avuto un forte sprint durante la pandemia, e che seppure le vendite telematiche conservino ancora un iter piuttosto articolato e burocratico, ci auguriamo possano portare anche ad una maggiore dimestichezza verso una modalità di acquisto più digitale.