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Aste immobiliari, chi investe nel settore? L’analisi

Nell’ultimo periodo le aste immobiliari sono state al centro di un periodo sostanzialmente turbolento, al punto che anche la partecipazione stessa non sempre è rimasta uguale rispetto agli anni precedenti. Per certi versi rimane difficile anche solo immaginarsi chi sia il tipico avventore alle aste immobiliari, soprattutto oggi e con l’attuale contingenza finanziaria.

Per questo l’APEP ha voluto tracciare il profilo del partecipante medio alle aste. Emerge una figura prevalentemente maschile, non sempre appartenente alle generazioni più giovani, e quindi privo dei requisiti per ottenere ulteriori agevolazioni per l’acquisto della sua prima casa, se tramite un mutuo.

Aste immobiliari, oltre 7 partecipanti sono di genere maschile

Da una dettagliata analisi del centro studi dell’APEP (Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova), che ha riguardato un campione di 233 procedimenti all’incanto tenuti in Italia nel corso del primo semestre 2023, è emerso un profilo dell’utente medio delle aste immobiliari prevalentemente di genere maschile, per circa il 72% dei casi. Oltre a questo, si segnala come la partecipazione sia per il 76% di sole persone fisiche. Invece, i partecipanti che invece intervengono in un’asta immobiliare per conto di una società sono uno su 4 (24%).

Ci teniamo a precisare che l’asta immobiliare non è solo per acquistare, ma anche per vendere. Ancora oggi però rimane l’idea che se una persona decide di mettere la casa all’asta è perché quest’ultima abbia un’origine “problematica”. Un’idea sbagliata. Sempre più spesso persone e imprese preferiscono andare per asta per avere il massimo del ricavo dalla vendita, appunto sfruttando il meccanismo dell’asta.

Malgrado ciò, in Italia l’interesse per le aste immobiliari rimane comunque dettato per quasi la maggioranza degli utenti dalla necessità di voler risparmiare. Ben il 49% vuole acquistare la sua prima casa risparmiando il più possibile. Così, oltre a soddisfare un bisogno reale, si ha modo di migliorare la propria capacità di risparmio, vera e propria tradizione “trasversale” in Italia. Come riporta l’analisi dell’APEP:

“[…] per alcune tipologie di immobili [si può risparmiare] fino ad un massimo del 20/25% rispetto a quello che è il reale valore di mercato, considerando anche l’assenza dei costi di intermediazione.”.

Una scelta che ben riflette le capacità di voler acquistare una casa nonostante il forte rialzo del costo del denaro e dei tassi di interesse. Rialzo che ha portato ad un aumento diretto sull’importo delle rate e di conseguenza sulla propria possibilità di accendere un mutuo in banca.

Pochi i giovani alle aste immobiliari

Oltre ad esserci una prevalenza di utenti di genere maschile, anche l’età dei soggetti partecipanti tende a essere più rivolta verso una determinata fascia d’età. Si scopre infatti che in quasi un caso su due (47%) i partecipanti hanno tra i 35 e i 50 anni, mentre sono pochissimi i giovani under 35, all’incirca uno su 5 (20%). E così anche gli adulti di età compresa tra i 50 e 60 anni, che sono pari al 18%, mentre gli over 60 rappresentano solo il 15% del campione analizzato.

È un peccato che siano così pochi i giovani partecipanti, anche perché l’acquisto di un immobile all’asta rappresenta un’opportunità in più per loro. Come giovane under 35, sottolinea l’analisi, si può avere accesso a delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa. Parliamo infatti del bonus prima casa under 36, la famosa agevolazione fiscale introdotta nel 2021 dal Governo Draghi con il decreto Sostegni bis. Finalizzata a favorire l’autonomia abitativa dei giovani, anche per il prossimo anno il Governo attuale ha riconfermato la misura, sempre richiedendo ai beneficiari una serie di requisiti chiave.

E anche se riguarda una procedura di vendita all’incanto, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate in merito a un quesito sottoposto da un contribuente, l’agevolazione è valida e può essere sfruttata anche per l’acquisto all’asta di un immobile. Eppure spesso pochi utenti sono a conoscenza di quest’opportunità di acquisto della prima casa. Soprattutto i giovano:  il report di APEP segnala solo il 30% di giovani under 36 che abbia effettivamente fatto richiesta a questo bonus.

Un’opportunità mancata del bonus prima casa

Non solo sono pochi i giovani che, nel corso del primo semestre, hanno partecipato ad una procedura di vendita all’incanto, ma sono altrettanto pochi quelli che hanno fatto richiesta di poter accedere al bonus prima casa under 36 per l’acquisto all’asta di una casa. Ed è un problema, visto che non è chiaro se dopo l’ultimo rinnovo sarà possibile averlo per gli anni successivi. Anche perché, come segnala il report, la gran parte degli utenti che partecipa ad un procedimento di vendita all’incanto “[…] lo fa mediante l’accensione di un mutuo con gli istituti di credito, che offrono piani di finanziamento ad hoc.“.

Anche lo stesso Bruno Saglietti, presidente dell’APEP, rimarca il fatto che siano troppi i giovani che non utilizzano questo strumento, e che anzi dovrebbero essere sensibilizzati in merito.

“Sono ancora pochi, invece, i giovani e le società di capitali che scelgono questo strumento ed è proprio su queste due categorie di utenti che sarà necessario svolgere, a livello nazionale, un importante lavoro di educazione e sensibilizzazione, smentendo anche alcuni dei principali luoghi comuni che circondano il mondo delle aste.”.