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Asta Italia: un altro forte rialzo dei rendimenti sui Btp

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Roma – Il Tesoro italiano ha collocato 3,9 miliardi di euro di nuovi titoli di stato con scadenza a cinque anni, a un rendimento del 5,6%, superiore dello 0,67% rispetto al 4,93% dell’ultima asta dello scorso 14 luglio. In forte calo il rapporto bid-to cover, che si è attestato a quota 1,28, contro l’1,93 precedente.

Ancora piĂą netto è stato l’incremento dei rendimenti dei BTP a 10 anni emessi dal Tesoro. L’emissione ha avuto per oggetto titoli a dieci anni, con scadenza nel 2020, per un valore di 688 milioni di euro: in questo caso i rendimenti sono schizzati al 5,59%.

Sul mercato secondario, i rendimenti a cinque anni dei titoli italiani sono in rialzo alle 11.26 ora italiana di 24 punti base al 5,39%, contro il 5,42% precedente l’emissione e dopo aver toccato un massimo pari al 5,44% ancora prima. Sotto forte pressione anche i titoli di stato a due anni, che estendono i ribassi dopo l’asta, con i rendimenti che balzano di 28 punti base al 4,79%.

Nel commentare l’emissione, intervistata da Bloomberg, Annalisa Piazza, analista della divisione del reddito fisso presso Newedge Group a Londra ha scritto in una nota agli investitori che “se si considerano le voci su un default della Grecia”, e “un possibile downgrade del rating sul debito italiano nei prossimi due mesi, i risultati dell’asta di oggi non sono così negativi”.

Fatto sta che la reazione del mercato non si è fatta attendere: subito dopo l’asta i cds, ovvero i credit default swap per proteggersi dal rischio Italia, sono balzati a 522 punti base, segnando un nuovo record assoluto.

Sul mercato secondario, BTP sotto pressione nonostante l’acquisto della Bce continui, stando ad alcune indisfcrezioni. Intanto Eric Wand, strategist del mercato obblogazionario presso Lloys bank Corporate Markets, a Londra, ha affermato che “l’asta non è stata particolarmente confortante ed è stata anche assistita dalle voci sull’interno della Bce prima che si procedesse all’emissione”. Lo strategist ha continuato: “Fino a quando le autoritĂ  politiche non si faranno avanti con un piano gli investitori continueranno a evitare la carta emessa dai paesi periferici. E se la Bce non fosse intervenuta, i rendimenti sarebbero stati ancora piĂą alti. Non ci sono lĂ  fuori molti investitori che vogliono puntare” sui titoli di stato di paesi come l’Italia.

Aumenta invece l’appetibilitĂ  sui bond a dieci anni della Germania, che assistono al calo dei rendimenti fino al minimo record di sempre, a quota 1,679, per poi risalire (ma rimanere in calo) all’1,72%.

(fase di scrittura)