Economia

Asset management, FinecoBank potrebbe finire in mani straniere

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Il risparmio degli italiani negli appetiti degli stranieri, così da Banca Leonardo, Kairòs, Pioneer sono tanti gli asset manager italiani passati nelle mani di grandi operatori stranieri negli ultimi tre anni per oltre 130 miliardi di euro di ricchezza privata.

Nel nostro Paese la ricchezza privata ammonta a circa 10mila miliardi, ma la parte interessante per gli operatori stranieri è rappresentata dalla componente di liquidità che resta depositata sui conti correnti e da quella legata al risparmio amministrato, che insieme valgono fra i 2.500 e i 3mila miliardi, denaro che si punta a spostare verso prodotti di risparmio gestito.

Così a Il Sole 24 ore Mauro Panebianco, Asset & Wealth Management Advisory Emea Leader e Partner di PwC. L’ultima operazione in questo senso in ordine temporale è quella che interessa FinecoBank. La scorsa settimana Unicredit ha messo sul mercato una quota del capitale della propria banca multicanale, il 17%, tramite vendita accelerata. La banca guidata da jean Pierre Mustier ha chiuso l’operazione con un incasso di un miliardo e una plusvalenza superiore ai 500 milioni.

L’operazione avviata da UniCredit ha aumentato le probabilità per cui  FinecoBank, con i suoi 74,1 miliardi di patrimonio e i 244 milioni di utili realizzati nel 2018 potrebbe passare in mani straniere, divenendo così l’ultimo gruppo di asset management di una lunga serie a fare questa fine. A spingere verso questa ipotesi il fatto che la zavorra che secondo gli analisti rendeva poca attraente agli occhi degli investitori Fineco era  l’enorme ammontare di obbligazioni targate UniCredit in portafoglio. Ora la stessa banca di piazza Gae Aulenti ha reso noto che Fineco non è più parte del perimetro del Gruppo a partire dal 10 maggio scorso e l’asset torna sul mercato.