Economia

Assegno unico per i figli, come evitare di perderlo?

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

C’è tempo fino al 28 febbraio 2023 per rinnovare l’Isee necessario ai fini dell’erogazione di numerose prestazioni tra cui l’assegno unico per i figli.

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) è un indicatore che serve a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie. L’Inps mette a disposizione degli utenti delle istruzioni su come compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per la richiesta dell’Isee.

Fino al 28 di febbraio si può inviare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) all’Inps e ottenere l’aggiornamento dell’indicatore, altrimenti a partire dalla mensilità di marzo verrà erogata solamente la quota minima di 50 euro per ciascun figlio.

Qualora la nuova DSU sia presentata entro il 30 giugno 2023, gli importi eventualmente già erogati per l’annualità 2023 saranno adeguati a partire dal mese di marzo 2023 con la corresponsione degli importi dovuti arretrati.

Assegno unico per i figli: le novità 2023

L’assegno unico e universale spetta ai nuclei familiari in cui ricorrono le seguenti condizioni:

  • per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza;
  • per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che:
    • frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
    • svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
    • sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
    • svolga il servizio civile universale;
  • per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

Dal 1° marzo del 2023, coloro che nel corso del periodo gennaio 2022 – febbraio 2023 abbiano presentato una domanda di Assegno Unico e Universale (AUU) per i figli a carico, accolta e in corso di validità, beneficeranno dell’erogazione d’ufficio della prestazione da parte dell’Inps, senza l’onere di presentare una nuova domanda.

Potranno, invece, presentare domanda coloro che non hanno mai fruito dell’assegno unico e quanti avevano prima del 28 febbraio 2023 trasmesso una istanza che non è stata accolta o non è più attiva. L’istituto precisa che eventuali variazioni delle informazioni precedentemente inserite nella domanda di assegno unico trasmessa a Inps prima del 28 febbraio 2023 dovranno essere comunicate dai richiedenti, integrando tempestivamente la domanda già trasmessa. Tra le situazioni che possono dare luogo a modifiche si riportano a titolo esemplificativo:

  • la nascita dei figli;
  • la variazione o inserimento della condizione di disabilità del figlio;
  • le variazioni della dichiarazione relativa alla frequenza scolastica/corso di formazione per il figlio maggiorenne (18-21 anni);
  • le modifiche attinenti all’eventuale separazione/coniugio dei genitori;
  • i criteri di ripartizione dell’assegno tra i due genitori sulla base di apposito provvedimento del giudice o dell’accordo tra i genitori;
  • la variazione delle condizioni che occorrono per la spettanza delle maggiorazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 230/2021;
  • le modifiche delle modalità di pagamento prescelte dal richiedente e/o dall’eventuale altro genitore.

L’ultima legge di bilancio ha inoltre previsto per il 2023 è sancito:

  • l’aumento del 50% della maggiorazione forfettaria, per i nuclei con almeno 4 figli, che sale a 150 euro mensili a nucleo;
  • l’incremento del 50% dell’assegno per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni per i quali l’importo spettante per ogni figlio aumenta del 50%, per livelli di Isee fino a 40 mila euro;
  • il rialzo del 50% dell’assegno, da applicare agli importi spettanti secondo le fasce Isee di riferimento, per i nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno.