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Aspi: governo italiano rischia procedura di infrazione da parte dell’Ue

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L’Italia rischia una procedura di infrazione per il caso Aspi. E’ il Corsera a riportare la notizia secondo cui la Commissione UE il 20 gennaio avrebbe inviato al governo italiano una lettera per chiedere chiarimenti riguardo alle modifiche introdotte dal Decreto Milleproroghe nel 2019.

Aspi, a che punto è il Governo

Nel dettaglio il decreto Milleproroghe contiene delle norme che permettono al Governo di revocare la concessione autostradale alla holding della famiglia Benettor, in caso di violazione degli obblighi del concessionario, versando un indennizzo minore rispetto a quanto stabilito dal contratto. L’Unione Europea starebbe chiedendo al Governo come sarebbero accertate le violazioni degli obblighi del concessionario e senza una spiegazione convincente da parte del Governo, Bruxelles potrebbe aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. Il governo avrebbe 10 settimane per rispondere.

Per l’UE il crollo del Ponte Morandi non giustificherebbe una modifica della legge che favorisca società a controllo pubblico e danneggi gli azionisti di minoranza.
Ad accogliere con favore l’intervento della Commissione UE è il Tci, il fondo che controlla più del 10% di Atlantia che tramite un portavoce ha fatto sapere che “Non c’è alcuna giustificazione per il decreto Milleproroghe e che gli azionisti di Atlantia hanno sofferto perdite significative in conseguenza delle azioni unilaterali e retroattive poste in essere dal Governo Italiano, in entrambe i casi in violazione dei principi Europei”.

Secondo La Stampa, è quasi certo a questo punto che Cassa Depositi e Prestiti chiederà un rinvio per presentare la sua offerta sull’88% di ASPI. La Cdp interviene con il supporto del Fondo Macquarie e Blackstone, ma la due diligence non dovrebbe terminare entro il fine settimana e Autostrade per l’Italia potrebbe a quel punto scindersi. Intanto Equita ricorda come oggi sono iniziate “le udienze per l’incidente probatorio sul crollo del Ponte Morandi.
Si tratta di una serie di udienze in cui attraverso un dibattito fra le parti si assumeranno le prove sulle cause del crollo del Ponte e un articolo di Repubblica ipotizza che Edizione possa aprire il capitale della holding Sintonia che controlla Atlantia e Cellnex ad investitori terzi”.