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Asia e commodities estendono i sell

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Bangkok – Ancora tanto nervosismo nei mercati. Dopo il forte calo di Wall Street, il segno negativo torna a colpire anche l’azionario asiatico, con perdite intorno al 1,45%, più moderate in chiusura rispetto ai forti sell in apertura. I peggiori, come nella giornata di ieri, sembrano essere i listini di Hong Kong (-2,87%) e di Seul (-3,15%). Eurodollaro a $1,4225.

Gli investitori abbandonano gli asset rischiosi, sui timori che i leaders di Stati Uniti ed Europa non stiano riuscendo a contenere la crisi del debito e il problema crescita economica. In giornata è atteso un meeting tra il chairman della Fed Ben Bernanke e colleghi, per discutere il da farsi. La perdita del rating AAA da parte degli Stati Uniti, evento storico, sembra causare nel mercato gli effetti tanto temuti di incertezza. Tuttavia, i Treasuries continuano a confermare il loro status di asset rifugio.

L’oro estende i rialzi e continua a battere record su record, ora a $1.756 (+2,5%). Crolla il valore del greggio, con il Wti ben al di sotto i $80, ora a $78,77 (-3,12%). In rosso anche tutte le altre principali commodities, sui rinnovati timori di una possibile recessione nei paesi industrializzati, che inevitabilmente andrebbe a colpire duramente anche i mercati emergenti. Nelle ultime due settimane l’azionario globale ha bruciato circa $7,8 trilioni, riporta Bloomberg.

L’indice Dow Jones Asian Titans della regione perde l’1,45%. Nikkei (-1,68% in chiusura), Seul (-3,15%), Hong Kong (-2,87%), Shanghai (+0,01%). Sydney (+0,75%) positiva.

Il dollaro si rafforza contro 12 delle 16 principali valute e addirittura torna sotto la parità contro il dollaro australiano (appena lo scorso lunedì il cambio era a $1,1065 con l’aussie). Apprezzamento anche contro lo yen giapponese, con le autorità che continuano a minacciare un intervento nel cambio, ora a ¥77,33 (-0,59%). Lo yen prende forza anche sulla moneta unica, a ¥110,01 (-0,24%). Eurodollaro in rialzo a $1,4225 (+0,38%). Franco a CHF0,7547 (-0,01%) sul dollaro e a CHF1,0740 (+0,36%) sull’euro.

Continua il rialzo dell’oro, mentre l’argento si mantiene sulla parità. Calo generalizzato per le altre commodities, in particolar modo gli energetici. In rosso anche tutti i principali futures agricoli. Wti ($78,77, -3,12%), Brent ($101,86, -1,81%), oro ($1.756, +2,5%), argento ($38,925, -1,16%), rame ($3,93, -0,8%).

I futures sull’indice S&P500 indicano un calo per l’undicesima volta negli ultimi 12 giorni. Rendimenti dei Treasury in calo al 2,28%, mentre i titoli a 30 anni cedono 5 punti base al 3,604%.

“La paura ha preso il sopravvento”, ha detto a Bloomberg Paul Xiradis, a capo di Ausbil Dexia Ltd. a Sydney. “È come se un grosso incendio abbia colpito il mercato, ma come tutte le cose, potrebbe spegnersi da un momento all’altro. Sicuramente ci sono ancora forti timori su quanto succede negli Stati Uniti, in Europa e in Cina, ma a me sembra di vedere i classici segnali di nervosismo”.

“Siamo in una fase decisiva per i mercati”, ha commentato Todd Martin, Asia equity strategist per Societe Generale SA a Hong Kong. Gli Stati Uniti non sembrano “muoversi verso una soluzione. Stiamo fronteggiando una serie di problemi a livello globale, e in Asia il problema inflazione è ancora vivo ormai da 12 mesi”.