(Teleborsa) – L’OCSE avverte “la ripresa economica sta rallentando a causa dell’incertezza”. E’ questo il quadro più pessimistico che emerge dal consueto bollettino dell’Organizzazione, pubblifcato questa mattina. La crescita economica del complesso dei Paesi del G7 è stimata in rallentamento all’1,5% dall’1,75% delle previsioni formulate a maggio. Il rallentamento della ripresa è comunque temporaneo, anche se è aumentata l’incertezza. “L’incertezza è causata da una combinazione di 0fattori positivi e negativi”, ha detto capo economista dell’OCSE Pier Carlo Padoan. “Ma è improbabile che stiamo andando incontro ad un’altra recessione”. Mentre la spesa dei consumatori è destinata a restare debole, una combinazione di elevati utili societari e gli investimenti delle imprese suggeriscono che è improbabile un ulteriore indebolimento dell’attività economica. Più in generale, le condizioni finanziarie si sono stabilizzate, osserva la relazione, e la crescita rimane forte nelle principali economie emergenti. Quanto alle singole situazioni, la crescita degli Stati Uniti dovrebbe accelerare al 2% nel terzo trimestre, per poi registrare una brusca frenata nel quarto all’1,2%. Il Giappone dovrebbe invece registrare un PIL in crescita dello 0,6% nel terzo e dello 0,7% nel quarto. E L’Europa? L’economia del Vecchio Continente ha dato segnali di risveglio negli ultimi mesi, stando ai recenti indicatori economici. L’OCSE stima tuttavia una crescita moderata dello 0,4% per i tre maggiori Paesi della Zona Euro nel terzo trimestre e dello 0,6% nell’ultimo quarto dell’anno, mentre l’intera Eurozona dovrebbe segnare un aumento dell’1,5% e dell’1,6% rispettivamente. L’Italia vive un momento anche peggiore. La recessione nel Bel Paese si è conclusa a metà 2009. Sebbene la crescita abbia accelerato ad un tasso annuo del 2% nel primo trimestre, la ripresa dovrebbe procedere ad un ritmo moderato per il 2010, rafforzandosi un poco nel 2011. Le stime di crescita per l’Italia sono le peggiori del G7, con un PIL che dovrebbe risultare addirittura negativo nel terzo trimestre (-0,3%), per poi riprendere un modesto aumento (+0,1%) nell’ultimo scorcio del 2010. La politica di Governo, sottolinea il rapporto, ha contribuito a limitare la disoccupazione, che tuttavia continuerà a salire lentamente nel 2011. L’eccesso di capacità eserciterà una continua pressione al ribasso sull’inflazione, dopo un aumento a breve termine a causa di prezzi dell’energia in risalita. Padoan ha concluso che l’attuale orientamento del mix di politica fiscale e monetaria dovrebbe essere mantenuto, poiché i tempi non sono ancora maturi per delineare una exit strategy. Inoltre, se la frenata dovesse accentuarsi ed aumentare il rischio di recessione, potrebbero rendersi necessari ulteriori stimoli monetari, sotto forma di politiche quantitative e/o tassi d’interesse vicini allo zero per un periodo più lungo. I paesi con più margine di manovra fiscale potrebbero anche ritardare i piani di consolidamento fiscale, che restano invece una priorità per gli Stati a più alto deficit.
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