Sì ad una partecipazione del Tesoro ma esclusa la nazionalizzazione. Così il ministro dell’economia Giovanni Tria tira il freno a mano sull’opera di ri-nazionalizzazione dell’ex compagnia di bandiera.
Non c’è quindi in campo la questione della rinazionalizzazione. La soluzione non può che essere di mercato, trainata da soggetti che hanno una posizione di rilievo nel campo dell’aviazione civile.
Il ministro ha parlato nel corso di un question time alla Camera mentre il vicepremier Luigi Di Maio in un incontro con i sindacati aveva affermato che la quota del MEF e di Ferrovie dello Stato nel capitale della Nuova Alitalia sarebbe stata del 50% e non oltre.
Delta, Lufthansa, Air france ed Easy jet hanno tutte considerato le opportunità offerte dall’apertura del capitale Alitalia ed i negoziati attualmente in corso con Delta e Easy jet fanno ora intravvedere la possibilità di una nuova compagine azionaria insieme con le Ferrovie dello Stato. Ove questo negoziato si concluda positivamente e produca un piano industriale robusto il Mef potrà considerare una partecipazione al capitale della new company.
Nel frattempo Repubblica svela che durante l’incontro a Londra tra i vertici di Delta, Fs e EasyJet sono emerse perplessità in merito al piano di salvataggio di Alitalia. In particolare gli advisor di Easyjet avrebbero espresso timori sulla riuscita del progetto. Nel mirino, scrive il quotidiano, Al microscopio “la missione affidata alla compagnia inglese che in quanto secondo vettore a basso costo in Europa, dovrebbe garantire le operazioni di medio raggio da Milano, grazie anche all’aiuto del governo, pronto a liberalizzare i voli extra Ue da Linate”.
Ma se il piano finanziario è da limare, restano ancora alcune tessere da sistemare dal punto di vista industriale. La nuova compagnia dovrebbe prevedere due centri nevralgici: uno a Fiumicino, dove Delta opererà con 26 aerei Alitalia a lungo raggio per puntare soprattutto verso le Americhe. L’altro a Milano, dove easyJet vuole la certezza di poter sfruttare gli slot di Alitalia per poter atterrare e decollare da Linate – l’impianto cittadino – ed estendere quindi la sua presenza oltre lo scalo di Malpensa. Per poterlo fare, servirebbe anche l’ok del governo ad ampliare le destinazioni servite da Linate, aprendo alle tratte extra-europee.