(Teleborsa) – “L’agricoltura italiana non può assolutamente subire ulteriori tagli. Già 1.000 milioni di euro sono stati tolti al settore: tra cui 450 milioni di euro dei fondi Fas per le aree sottoutilizzate, 550 milioni di euro per la cancellazione del ‘bonus gasolio’ e per la fine, dal prossimo mese di luglio, delle agevolazioni contributive a favore degli agricoltori nelle zone montane e svantaggiate. Molte imprese, che fanno i conti con una vera e propria emergenza, rischiano di uscire dal mercato sotto l’assillo di prezzi all’origine in caduta libera, con costi produttivi, contributivi e burocratici sempre più onerosi e con redditi falcidiati”. E’ quanto sostenuto dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito alle notizie sulla manovra economica che il governo si appresterebbe a varare. “Come componente del mondo imprenditoriale -aggiunge Politi- vorremmo capire le intenzioni dell’esecutivo. C’è l’esigenza che si faccia massima chiarezza su provvedimenti che vanno ad incidere in maniera non certo leggera sia sulla vita dei cittadini che sull’attività produttiva. Per questo chiediamo che si apra al più presto un Tavolo di confronto con le forze sociali”. “E’ indubbio -rimarca il presidente della Cia- che l’attuale situazione richieda nuove misure, ma queste devono essere necessariamente ispirate alla logica dell’equità. Non vanno toccati servizi essenziali per i cittadini, come quelli sanitari e assistenziali, né mortificata l’imprenditoria che deve, invece, riprendere la via della competitività e dello sviluppo, indispensabili per rilanciare il Paese. Vanno adottati tagli che riducano gli sprechi e la spesa improduttiva e allo stesso tempo occorre intensificare la lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e all’inefficienza. C’è bisogno di una manovra trasparente ed equilibrata, evitando interventi drastici che mettano in ginocchio le imprese”. “In particolare, l’agricoltura italiana non è nelle condizioni per subire una riduzione delle poche risorse ad essa destinate. Il settore -ricorda Politi- vive una delle crisi più difficili degli ultimi trent’anni. Già nello scorso anno più di 40 mila imprese agricole sono state costrette a chiudere e, in queste allarmanti condizioni, non è pensabile che gli agricoltori siano costretti a fare i conti con interventi penalizzanti per la propria attività produttiva. Da qui la richiesta del confronto con il governo aperto a tutte le forze sociali. Il momento è delicato e non si può decidere senza aver ascoltato le esigenze delle varie componenti socio-economiche, compresa quella agricola”.
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