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«AGGIOTAGGIO SU RETI E BPI». GLI HEDGE ALL’ATTACCO

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(WSI) – Un’altra seduta difficile ieri per i titoli Banca Popolare Italiana e Reti Bancarie Holding. Le azioni Bpi hanno perso il 3,73% chiudendo a 8,005 euro (dopo aver rotto in mattinata anche quota 8), a fronte dell’1,195% del capitale della banca lodigiana passato di mano (5,7 milioni di pezzi a contro una media mensile di 2,2) che dall’accertamento del cosiddetto «secondo concerto», venerdì 22 luglio, ha lasciato sul terreno il 9 per cento.

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Analogo discorso per le Rbh che sono scese a 36,58 euro cedendo il 2,24% (-10% dal 22 luglio). Sulle pesanti flessioni hanno inciso le vendite degli hedge fund, innescate dalle illazioni di stampa circa un possibile commissariamento della Bpi. Voci che la banca ha definito «destituite di ogni fondamento».

Proprio per questo motivo, i legali della Popolare Italiana stanno avviando una raffica di azioni risarcitorie contro i quotidiani che hanno riportato tali notizie presentando querele per aggiotaggio in quanto è stata minata la stabilità dei due titoli che si stavano allineando alle Opas (9 euro per Bpi e 45 euro per Rbh). Intanto, è attesa per oggi la decisione del gip Clementina Forleo sul sequestro preventivo dei titoli Antonveneta in possesso di Bpi e dei suoi alleati. Secondo quanto si apprende in ambienti legali, il giudice sarebbe orientato a convalidare il provvedimento dei magistrati inquirenti «ora per allora», ossia definendolo motivato limitatamente al periodo della sua emanazione e aprendo la strada al successivo dissequestro dei titoli.

Sul fronte Abn bisogna registrare le dichiarazioni del presidente del gruppo olandese, Rijkman Groenink. Presentando la semestrale (vedi articolo sotto), ha sottolineato di essere «disposto a lavorare per una soluzione aperta, ma che comunque porti Banca Antonveneta in Abn». Insomma, una way out per Bpi concordata con le autorità italiane. «Questi sono pazzi se pensano di fare i comodi loro», hanno commentato di rimando fonti della banca lodigiana. Bpi non intende cedere le azioni vincolate al patto parasociale ritenendo più che possibile far valere le proprie ragioni.

Qualora l’istituto guidato da Gianpiero Fiorani fosse costretto a dismettere, è convinto di trovare senza difficoltà istituzioni finanziarie terze pronte a rilevare oltre il 40% di Antonveneta. Groenink ha anche parlato di Capitalia di cui detiene il 9% nel sindacato. «Il patto che ci lega a Capitalia durerà a lungo», ha detto il presidente in merito all’accordo in scadenza nel 2008 (e dal quale Abn ha facoltà di uscire a ottobre 2006).

Il calendario Antonveneta prevede che oggi i rappresentanti Bpi siano ascoltati dalla Consob, mentre domani saranno in Bankitalia. Sempre domani è attesa la relazione del ministro Siniscalco sul recente operato di Bankitalia. Venerdì il Tar si esprimerà sui ricorsi di Bpi contro lo stop all’Opa e all’Opas.

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