L‘inflazione è il grande marker mover dei mercati in queste ultime settimane. In particolare oggi pomeriggio verrà reso noto il dato di marzo negli Usa atteso dagli analisti in crescita al 2,5% rispetto al mese di febbraio quando era all’1,7%.
Vediamo di capire il perchè.
Durante i lockdown, secondo Bloomberg, le famiglie nelle principali economie globali hanno accumulato $2.900 miliardi di risparmi extra e allo stesso tempo, i governi hanno fornito stimoli ingenti per rimpiazzare gli stipendi venuti meno.
In seguito alla crisi finanziaria globale del 2008-09, gli stimoli non hanno provocato un rialzo significativo dell’inflazione per beni e servizi. Tuttavia, questa volta la situazione è diversa perché gli stimoli dei governi arrivano direttamente alle famiglie, talvolta addirittura nella forma di assegni inviati per posta.
Di conseguenza, ci si aspetta che i consumatori escano dalla pandemia con una sovrabbondanza di risparmi, cosa che dovrebbe fornire loro le risorse necessarie per spendere, una volta che il successo dei vaccini auspicabilmente permetterà loro di farlo.
Dal lato dell’offerta, la pandemia ha provocato disruption nei servizi e colli di bottiglia nella produzione e nel trasporto di beni. Via via che l’economia globale inizia a riprendersi, i prezzi delle commodity, dei prodotti agricoli e del petrolio stanno aumentando. Il Brent ha toccato i $70 a barile, rispetto ai minimi sotto i $20 raggiunti ad aprile 2020.
In aggiunta, secondo i dati della Fed, circa un quinto di tutti i dollari USA in circolazione sono stati stampati nel 2020. Si tratta di forti spinte inflazionistiche che, combinate all’improvviso aumento della spesa, potrebbero far aumentare i prezzi.
Inflazione 2021: come modificare i portafogli
In attesa del dato sull’inflazione Usa di oggi, dopo essere rimaste su livelli bassi per diversi anni, le aspettative di inflazione per il resto del 2021 sono aumentate per vari fattori, dall’esplosione prevista della domanda repressa dei consumatori, alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento fino alla moneta ‘stampata’ dalle banche centrali per supportare i governi sempre più indebitati.
Da qui gli investitori dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di aggiustare i propri portafogli in vista di questo possibile movimento. Così Yoram Lustig, Head of EMEA Multi‑Asset Solutions, T. Rowe Price secondo cui alla luce di queste aspettative, “crediamo che gli investimenti in grado di beneficiare direttamente o indirettamente di un’inflazione più elevata possano generare valore nei portafogli”.
Questi asset solitamente comprendono le azioni value, le small-cap e l’azionario emergente. Nell’obbligazionario, i bond sovrani ‘inflation-linked’ e i prestiti a tasso variabile sono alcune opzioni attraenti. Anche gli ‘asset reali’, come le risorse naturali, le azioni immobiliari e i REIT (Real Estate Investment Trusts) sono buone alternative, dato che questi asset hanno la capacità di mantenere il valore o incrementarlo durante i periodi di maggiore inflazione.