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WALL ST: PETROLIO GIU’ MA I LISTINI NON NE APPROFITTANO

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La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con gli indici poco sotto la parita’. A riportare le vendite sui mercati azionari sono stati i soliti timori sui tassi d’interesse, rafforzati dai robusti dati macro comunicati in mattinata, che spingono ulteriormente per nuovi aumenti del costo del denaro. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.14% a 11400, l’S&P500 dello 0.41% a 1307, il Nasdaq ha segnato un ribasso dello 0.25% a 2303.

Nel mese di aprile, l’indice ISM dei servizi ha registrato un aumento a 63 punti, rivelandosi superiore sia al livello segnato nel mese precedente che a quello stimato dagli analisti, pari a 59.4 punti. Una componente del dato, l’indice dei prezzi, ha addirittura segnalato un rinvigorimento delle pressioni inflazionistiche, salendo al 70.5% dal precedente 60.5%.

Nel mese di marzo, inoltre, gli ordini alle fabbriche sono saliti del 4.2%, battendo il consensus del mercato pari ad un progresso del 3.7%. L’alta domanda di aerei, macchinari e petrolio ha fatto si’ che l’indicatore potesse realizzare il maggiore incremento degli ultimi 10 mesi.

Bernanke ha chiaramente dichiarato che le future mosse di politica monetaria decise dalla Fed, dipenderanno in gran parte dal tipo di dati congiunturali che verranno diffusi quotidianamente. Nel caso di aggiornamenti di questo tipo, che dimostrano la forza dell’economia a stelle strisce e il pericolo della crescita dell’inflazione, e’ difficile pensare che la Banca Centrale possa optare per una pausa delle strette creditizie una volta portati i fed funds al 5% (nel meeting di fine mese).

Le previsioni di una continuazione del ciclo rialzista sui tassi hanno addirittura prevalso, nelle contrattazioni giornaliere, sul forte calo del greggio, recentemente sotto i riflettori a causa delle tensioni creatisi tra Iran ed Occidente. Grazie ad un aumento delle scorte superiore alle attese, (le riserve di benzina hanno registrato il primo aumento delle ultime nove settimane), i contratti futures con consegna giugno sono arretrati di $2.33 terminando la seduta a $72.30 al barile.

Contrastate le notizie giunte dal fronte societario. In netto ribasso Procter & Gamble, la societa’ di prodotti di largo consumo, dopo aver riportato si’ un aumento dei profitti, ma anche un livello vendite inferiore alle attese.

In rosso anche il colosso informatico Microsoft. Persone informate sui fatti, hanno affermato che la societa’ di Bill Gates potrebbe rilevare un pacchetto di azioni del gruppo Internt Yahoo!, a sua volta in rialzo di quasi l’1.5%.

Negativa le performance di Time Warner, a causa di una trimestrale in linea con le attese e la conferma di un outlook che non ha esaltato la maggior parte degli investitori; pessima quella di Adobe System (oggi uno dei peggiori titoli dell’S&P500), dopo aver rivisto al ribasso le stime sul prossimo trimestre, a causa della debolezza riportata sui mercati europei ed americani

Positiva la prova di Qualcomm, il secondo produttore mondiale di chip applicati nella telefonia mobile. La societa’ ha infatti alzato le stime sugli utili e sui ricavi del prossimo trimestre.

Molto bene anche Motorola, che beneficia di un upgrade emesso da Banc of America, che ne cita il valore dell’azione e il lancio di nuovi prodotti.

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Sugli altri mercati, grazie alla quarta sessione consecutiva di rialzi, l’oro ha segnato un nuovo record di 25 anni. I contratti futures con scadenza giugno sono avanzati di $1.10 a $668.50 all’oncia, dopo aver toccato un massimo intraday di $679.80. Sul valutario, euro stabile rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio e’ a quota 1.2625. In calo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 5.144% dal 5.11% di martedi’.