L’anno segnato dalla pandemia, il 2020, ha messo il turbo alle vendite all’asta di immobili, che negli ultimi sei mesi del 2020 sono state protagoniste di un vero e proprio boom. Segno inequivocabile che sono sempre più numerose le famiglia ma anche le aziende in difficoltà, impossibilitate a pagare il mutuo.
A fare luce sulla situazione italiana, ci pensa il rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, presentato ieri mattina in Senato, che ha evidenziato negli ultimi 6 mesi del 2020 una crescita delle procedure del 63,5% a 15.146, a fronte delle 9.262 rilevate nel precedente mese di luglio.
E nell’ultimo semestre dell’anno del Covid a essere pignorati e finire all’asta non sono state solo abitazioni, ma anche 4 castelli, 15 ospedali, 8 teatri e ben 17 conventi. E ancora alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e altre strutture di accoglienza, affossate dai lockdown e la mancanza ormai cronica di turisti.
“Al fatto che una famiglia in difficoltà possa essere impossibilitata a pagare il mutuo e possa vedere venduta all’asta la propria casa, ormai ci siamo quasi abituati – ha spiegato Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro studi – come siamo abituati a vedere imprenditori che, credendo nella propria azienda, garantiscano gli investimenti con la propria casa; difficilmente pensiamo che nella situazione di difficoltà possa trovarsi un ente benefico, socialmente utile o una famiglia nobile. I dati riguardanti le categorie evidenziano come il drastico quadro nazionale sia indirizzato verso quelle difficili condizioni da cui, in questo momento, nessuno può fuggire”.
Vendite all’asta: un terzo delle abitazioni si trova a Nord
Tornando alle case messe all’asta, la Sogeea snocciola i numeri: circa un terzo delle abitazioni in vendita (5.798 unità) si concentra nel Nord del Paese, macro-area in cui l’impennata delle procedure forzate è stata pari al 27,7%.
Ancora più severo il dato del Mezzogiorno, ma la brusca risalita è trascinata dalle Isole, dove l’aumento si attesta al 284% (2.105 contro le 584 del semestre precedente) e del 113% nella parte peninsulare (3.027 a fronte delle 1.423 di luglio 2020).
Grave la situazione anche al Centro, dove si è verificato un aumento del 64%, le procedure rilevate a fine 2020 sono 4.216, mentre quelle di sei mesi fa erano 2.566.
“Il quadro che ne scaturisce è quello di un Paese che fatica tremendamente a uscire dalla crisi notevolmente aggravata dalla pandemia – ha sottolineato il
presidente di Sogeea – si può contestualmente ipotizzare che in tutta Italia le persone che si trovano in difficoltà economico-finanziaria stiano drasticamente aumentando, anche se gli istituti di credito sono diventati meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza, consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un’asta non le farebbe comunque rientrare dei capitali erogati”.