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Assalto dei giudici al PdL

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Sarebbero almeno cinque gli indagati nella tranche dell’inchiesta sugli appalti per gli impianti eolici in Sardegna condotta dalla Procura di Roma che ha svelato «un’associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti» e volta «a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali nonché degli apparati della pubblica amministrazione».

Tra questi anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini accusato come gli altri di violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete. Nel registro degli indagati oltre all’imprenditore sardo Flavio Carboni, all’ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi e all’imprenditore napoletano, Arcangelo Martino, arrestati tre giorni fa, risulta iscritto anche l’assessore regionale della Campania Ernesto Sica.

Le indagini intanto non si fermano e non possono considerarsi concluse con gli arresti di Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino. Secondo il quotidiano L’Unione Sarda da ambienti della procura romana si smentirebbe che si vada ad uno stralcio delle indagini per il filone sardo. Per la prossima settimana è prevista l’audizione a Roma, del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, che potrebbe, però, slittare. Inizialmente era indicata per le ore 18 di martedì 13 luglio ma l’avvocato del presidente, Guido Manca Bitti, ha reso noto che chiederà un rinvio perché impegnato in un processo a Cagliari.

L’assessore della Regione Campania Ernesto Sica si è dimesso al termine dell’incontro avuto con il presidente Stefano Caldoro. In una nota Sica annuncia una conferenza stampa per venerdì prossimo. In una nota della giunta regionale della Campania si afferma che le motivazioni delle dimissioni di Sica «nascono dal pieno rispetto dei ruoli istituzionali, dalle condizioni oggettive della vicenda giudiziaria – per la quale l’assessore è convinto di dimostrare la piena innocenza – e per evitare ogni strumentalizzazione che possa indebolite l’azione politica ed amministrativa della giunta».

Lascia intanto la magistratura Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, che avrebbe partecipato alla cena del 23 settembre scorso nella casa romana di Denis Verdini. Nella cena si sarebbe discusso di un tentativo di avvicinamento dei giudici della Consulta che dovevano decidere sul Lodo Alfano. Secondo ambienti del Csm non si tratterebbe di un’istanza di dimissioni ma di una domanda di pensionamento. In passato presidente dell’Anm e dell’autorità garante sul diritto di sciopero, Martone ha 69 anni ed è in magistratura dal 1965. La richiesta di lasciare la toga sarebbe stata presentata venerdì scorso. A quella cena avrebbero partecipato anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, il capo degli ispettori del ministero della Giustizia Arcibaldo Miller, oltre a Carbone e all’ex assessore del Comune di Napoli Arcangelo Martino e all’ex giudice tributario Raffaele Lombardi.

Idv: dal governo silenzio complice. «Il governo continua a mantenere un silenzio complice, ignorando la gravità dei fatti che emergono dall’inchiesta sull’eolico – dice il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando – Nessun membro dell’esecutivo, compreso il ministro Alfano, ha infatti sentito il dovere di spendere una sola parola su questa vicenda eversiva. In altri tempi, grazie all’impegno dell’on. Tina Anselmi, si riuscì a trovare una maggioranza in Parlamento per approvare una legge contro la P2. Oggi, invece, la maggioranza che sostiene il ministro Alfano e questo governo è coinvolta in affari ed inchieste che confermano il ritorno in campo di un intreccio perverso tra politica, affari, mafia e massoneria deviata. L’Idv chiede che venga istituita il prima possibile una nuova Commissione Anselmi e che il governo riferisca in Aula su questa vicenda: il presidente del Consiglio spieghi, una volta per tutte, la sua iscrizione alla P2».