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Vittoria populisti euroscettici: “solo questione di tempo”

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“La crescita dei movimenti populisti e antieuropei è una conseguenza inevitabile, che tra poco darà la spallata decisiva a una costruzione priva di fondamenta, è solo questione di tempo”: è questa la visione del condirettore di Italia Oggi, Marino Longoni, che vede nelle promesse mancate dall’introduzione dell’euro in avanti, arrivando alla scarsa coordinazione nelle politiche europee sull’immigrazione, gli ingredienti fondamentali di una ricetta che porterà a un’involuzione della “casa comune europea”.

“L’Europa non ha mantenuto le promesse sulle quali era stata fondata”, scrive Longoni, “il tasso di crescita economica dei paesi euro dall’introduzione della moneta unica è stato pari all’1,5%, contro il 2,5% degli altri paesi europei, il 3% dell’America Latina, il 5% dell’Africa, il 7% dell’India, il 10% della Cina”.

Le rigidità della moneta unica, argomentano infatti alcuni critici dell’euro, hanno rallentato la capacità di ripresa  dopo gli shock della crisi finanziaria del 2008, spuntando l’arma della svalutazione ampiamente utilizzata da Paesi come il Regno Unito.

La disoccupazione, che nell’Eurozona si è dimostrata particolarmente persistente (almeno nei Paesi periferici), insieme all’ “immigrazione clandestina, pericoli di guerra sulla frontiera russa o in Medio oriente, tensioni finanziarie, sono solo alcuni dei problemi drammatici sui quali le istituzioni comunitarie hanno dimostrato di non avere nessuna risposta”, scrive Longoni.

Il ritorno delle barriere di filo spinato non è che uno dei sintomi di una politica che torna alle soluzioni fondate sul soddisfacimento delle mere esigenze domestiche perché “i politici di tutti i paesi europei usano l’Ue solo quando fa comodo agli interessi nazionali”. Fra questi compare indubbiamente la Germania, che dopo anni passati a sponsorizzare un’austerità funzionale al suo status di creditore netto nei confronti degli altri Paesi membri, per la stessa ragione si sta fortemente opponendo alle espansioni monetarie operate dalla Bce, poiché “sottraggono” risparmio dai cittadini tedeschi. “Ovvio quindi che per loro l’Unione sia solo uno strumento per meglio perseguire i propri obiettivi”, senza un cambio di rotta l’avanzata degli euroscettici, sarà difficile da interrompere.