Economia

Trump: “dollaro troppo forte per colpa mia”

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Il dollaro “sta diventando troppo forte e in parte è colpa mia perché la gente ha fiducia in me”. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un’intervista al Wall Street Journal. Dichiarazioni che non sono passate inosservate dal mercato e che hanno alimentato un’ondata di vendite sul biglietto verde sul valutario.

“Il dollaro forte, ovviamente, potrebbe creare dei problemi all’economia americana. È molto, molto difficile – ha continuato Trump – competere quando si ha una valuta forte e altri paesi svalutano”

Anche la preferenza espressa da Trump per il mantenimento di tassi molto bassi da parte della Fed ha contribuito a una debolezza generalizzata del dollaro, mentre è passata relativamente in secondo piano la sua intenzione di non definire la Cina come manipolatrice valutaria.

“Fra chi manipola i tassi di cambio, sorpresa, non ci sarebbe più la Cina: “Non sono manipolatori di valute”, ha detto Trump, marcando così un netto cambio di rotta, un altro, rispetto alle promesse elettorali.

Alle parole del presidente è seguito un sensibile calo del biglietto verde rispetto alle principali valute. In particolare il dollaro ha perso lo 0,6% nei confronti dell’euro. Questa mattina lo yen sotto quota 109 nei confronti del biglietto verde – ai massimi da 5 mesi – e ha depresso l’azionario nipponico (nella fase finali degli scambi il dollaro ha ripresa la soglia di 109 e il Nikkei ha un po’ recuperato). La Borsa di Tokyo ha chiuso le contrattazioni con il Nikkei a nuovi minimi da quattro mesi con un ribasso dello 0,68% a quota 18.426,84 punti.

Le vendite sui titoli bancari si sono estese da Wall Street all’Asia, mentre le azioni dei gruppi legati alle esportazioni – a partire da quelli automobilistici – sono andate sotto forti pressioni ribassiste a Tokyo. I titoli delle compagnie assicurative hanno reagito male al livellamento dei tassi dei Treasuries.

Tornando all’intervista di Trump al Wall Street Journal, l’inquilino della Casa Bianca  esprime apprezzamento per Janet Yellen mostrando un’apertura di credito inedita verso la Chairwoman tanto da prendere in considerazione una sua riconferma alla banca centrale statunitense.