Economia

Sofferenze: banche e governo trascurano un grosso rischio

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ROMA (WSI) – Le sofferenze bancarie dei gruppi italiani, pari a 360 miliardi e il 18% circa del totale dei prestiti in portafoglio, sono un male che il governo ritiene curabile e sopravvalutato dai mercati. Un rischio di cui nessuno parla e di cui nemmeno i management delle big della finanza stanno tenendo conto, però, è quello dei contenziosi legali che potrebbero seguire alle operazioni di tentato smaltimento degli Npl iscritti a bilancio (Non-performing loans).

L’Italia è il paese con la maggiore incidenza di sofferenze e l’istituto che più rischia di pagarne le conseguenze è Mps, il cui Cda affronterà il nodo il prossimo 29 luglio, giorno della pubblicazione degli stress test. Il punto su cui si discute oggi è il valore di cessione di tali crediti deteriorati e il faro è puntato sulla cessione degli npl da parte della banca di Rocca Salimbeni.

“Il pricing potrebbe costituire un benchmark per le future operazioni sui crediti inesigibili”, dice il legale Marco Rossi. L’avvocato dello studio legale Rossi Rossi & Partners esprime una certa preoccupazione per un fattore che non è ancora stato preso in esame: l’aspetto dei rischi legali.

“Penso che ogni banca dovrà eseguire un’attenta due diligence sui propri Npl. A mio avviso, il rischio fino ad ora non calcolato è concentrato in quelle che io amo chiamare strong contingent liabilities, ovverosia quelle passività potenziali future, derivanti da contenziosi legali non ancora iniziati, il cui esito negativo per la banca è stimabile con un certo grado di certezza in base ai più recenti orientamenti della Cassazione”, dice il presidente del Comitato Scientifico Alma Iura.

Mentre le normali contingent liabilities indicate in bilancio dalle banche sono collegate ai contenziosi già preannunciati (si tratta di passività potenziali ma non facilmente quantificabili), le strong contingent liabilities hanno un’aspettativa di formarsi che andrebbe stimata “con maggiore precisione”.

Crediti rischiano di trasformarsi in debiti

L’avvocato Rossi fa un esempio su tutti: una banca cede il proprio pacchetto di Npl al 25% del loro valore. L’acquirente inizia poi l’attività di recupero dei crediti bancari, con l’obiettivo di recuperare una percentuale maggiore di quanto li abbia pagati (nel nostro caso superiore al 25%). L’aspetto che, secondo Rossi, va valutato con moltissima attenzione è quello del rischio legale.

“In alcuni casi, questi Npl, da crediti possono trasformarsi in debiti per l’acquirente. Infatti, il cliente che ha smesso di pagare, nel momento in cui viene chiamato in causa, si difenderà e cercherà di ottenere dalla banca la restituzione di quanto pagato in passato”.

Il rischio è forte anche in base ai recenti orientamenti della giurisprudenza della Cassazione che, per esempio, con quattro sentenze del 2016 ha dichiarato la nullità dei contratti bancari/finanziari firmati dal solo cliente e non dalla banca. I contratti “monofirma” rappresentano quasi la regola e quindi sono a forte rischio di essere dichiarati nulli.

In questo caso, se la banca fosse costretta a restituire tutto ciò che ha ricevuto in passato, il proprio credito potrebbe tramutarsi in un debito verso il cliente inadempiente.

Ovviamente può valere il contrario: ad esempio, dice Rossi “in materia di usura su cui la Cassazione si è da poco espressa infliggendo un duro colpo alla tesi dei correntisti. Ciò vuole dire – sottolinea Rossi – che nella valutazione di tali Npl sarà necessario tenere conto dinamicamente di tali mutamenti di giurisprudenza e degli impatti che un futuro contenzioso potrebbe avere sul credito deteriorato.

“I presidi per le banche ci sono ma vanno studiati attentamente e occorre sul punto una specialistica competenza nel settore della litigation bancaria e finanziaria”. Il tema del legal risk – conclude Rossi – è “molto attuale” per il sistema bancario “tanto che ne parleremo nell’ambito del Corso di specializzazione professionale organizzato dall’Università di Verona in collaborazione con il Centro Studi Alma Iura e con il Banco Popolare“.

Avvocato Marco Rossi