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Scandalo Renault, Francia: “Nessuna frode”

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PARIGI (WSI) – “Non esiste alcuna frode”. Così il ministro dell’ambiente francese, Segolene Royal nel corso di una conferenza stampa per far luce sullo scandalo che si è abbattuto sulla casa automobilistica Renault.

Uno scandalo che ha gli stessi contorni del dieselgate che ha investito pochi mesi fa la Volkswagen e che ancora non ha trovato soluzione. Gli agenti della divisione antifrode della polizia francese, nei giorni scorsi, hanno perquisito alcuni impianti produttivi della Renault sulla base di un’indagine che vede sotto accusa alcuni motori, sembra equipaggiati con un software che permette di eludere i controlli sulle emissioni. A essere stati perquisiti gli stabilimenti Renault di Lardy a sud di Parigi, il tecnocentro di Guyancourt e quelli di Plessis- Robinson e Boulogne-Billancourt. Uno scandalo che getta ombre sul mercato dell’auto, colpito dal dieselgate e ora dallo scandalo Renault che trascina anche la Fiat Chrysler, accusata di aver offerto “grandi quantitativi di denaro” per gonfiare le sue vendite di auto, contabilizzare quindi come venduti veicoli che non lo erano.

Cerca di calmare gli animi il ministro all’ambiente d’Oltralpe, Segolene Royal che ha avviato dei test ad ottobre da parte di una commissione indipendente su 22 vetture di otto marche diverse, tra cui oltre alla Renault, anche Psa, Volkswagen, Mercedes, Ford, Opl e Bmw. Ma non c’è alcuna frode sui motori di Renault. “Gli azionisti e i dipendenti possono stare tranquilli” – ha detto il ministro aggiungendo – “è stato osservato uno sforamento delle norme sul Co2 e l’ossido di azoto ma non c’è nessuna frode”. I test comunque sono ancora in corso, come sottolinea il ministro francese “e arriveranno ad un campione di 100 veicoli”. Sotto osservazione anche altri quattro costruttori come Nissan, Volvo, Suzuki e Fiat.

Ad avallare le parole del ministro la stessa casa Renault che in una nota sottolinea:

“La Direction Générale de l’Energie et du Climat, interlocutore pilota della Commissione tecnica indipendente per conto del ministero francese dell’Ecologia, dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia, ritiene fin d’ora che la procedura in corso non evidenzierebbe la presenza di un software truccato montato sui veicoli Renault (…) I test in corso consentono di anticipare soluzioni migliorative sia per i veicoli Renault che usciranno dagli stabilimenti sia per quelli in circolazione, che il Gruppo Renault ha deciso di presentare rapidamente sotto forma di un Piano Emissioni Renault, teso a rafforzare le performance energetiche dei nostri veicoli. Parallelamente, la DGCCRF ha deciso di far realizzare un complemento d’indagine in loco, destinato a validare definitivamente i primi elementi di analisi registrati dalla Commissione tecnica indipendente”.

Intanto alla Borsa il titolo Renault crolla arrivando nel finale al 10,2% a 77,75 euro dopo aver accumulato una perdita del 20%. E da Bruxelles arriva il primo no dell’Europarlamento alle soglie di tolleranza per le emissioni di test su strada. La commissione ambiente del Parlamento europeo ha respinto le soglie di tolleranza definite dal comitato tecnico Ue sulle emissioni inquinanti per i nuovi test in condizioni di guida reale. La nuova regola prevede dei margini di tolleranza del 110% in un primo tempo (2,1 volte superiori), poi del 50% (una volta e mezzo superiori).