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Ema: ricorso di Milano in salita, ma Sala non molla: “partita aperta”

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Sembra tutta in salita la strada per portare l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, a Milano dopo l’assegnazione per sorteggio ad Amsterdam.

Dopo il  ricorso presentata dal comune lombardo, ieri il Consiglio della Ue ha risposto, affermando che la richiesta di Milano è “irricevile” in quanto, l’organismo europeo “non può essere considerato l’autore della decisione impugnata, visto che è stata presa dai rappresentanti degli Stati membri“.

Una posizione subito smentita dai legali del Comune e poi dallo stesso sindaco, Giuseppe Sala, che invece ha affrmato che l’aggiudicazione ad Amsterdam della “è una partita aperta piú che mai” e il ricorso presentato dalla città “è ricevibile e legittimo”.

“Abbiamo fatto una verifica profonda con i nostri avvocati e riteniamo che il ricorso sia ricevibile”, ha detto. Quel parere “è ovviamente la loro azione difensiva, ma non è il Consiglio che puo’ ricevere il ricorso e non mi sarei aspettato che ci dessero ragione, altrimenti la partita sarebbe gia’ finita”. Milano “è parte lesa e abbiamo tutto il diritto di far valere le nostre azioni”, ha aggiunto Sala, che poi ha ribadito come, nella vicenda, serva l’aiuto di tutti.

La disputa sulla posizione del Consiglio è arrivata proprio nella giornata in cui i membri della commissione Ambiente del Parlamento europeo hanno fatto un sopralluogo ad Amsterdam, per verificare di persona spazi e sedi messe a disposizione. Il sopralluogo però non ha trovato nulla di irregolare: il capo della delegazione Giovanni La Via, eurodeputato eletto col Nuovo Centrodestra, ha detto di essere preoccupato per il “rischio di ritardi” nella costruzione dell’edificio definitivo, ma che l’edificio temporaneo “non sembra aver bisogno di molto lavoro per essere pronto”. Non è stata trovata nessuna grossa irregolarità, insomma.

Secondo il sindaco Sala però, quello della sede proposta per ospitare
l’Agenzia del farmaco non è l’unico nervo scoperto degli olandesi: non solo “hanno cambiato le condizioni del dossier” sulla sede ma

“le mie fonti mi dicono che stanno variando anche l’offerta economica, lo capiremo nei prossimi giorni. Se fosse cosi’, il nostro fair play dovrebbe attenuarsi perche’ l’Europa non puo’ essere presa in giro”.

Per questo aspetto il Comune ha presentato pochi giorni fa anche un ricorso alla Corte dei Conti europea. L’ultima parola spetta al Parlamento Ue, il cui voto nei confronti della decisione del Consiglio sembra tutt’altro che sicuro, nonostante il presidente del Parlamento Antonio Tajani abbia chiesto pubblicamente alle istituzioni europee di fornire agli europarlamentari tutta la documentazione possibile.