Economia

Criptovalute, l’esercito delle lobby invade Washington

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Un’ampia esenzione dalla supervisione federale, colpevole di rallentare la crescita delle criptovalute: è quello che chiedono i sostenitori delle valute digitali della Silicon Valley, dove l’industria sta intensificando le attività di lobbying per limitare la supervisione del governo sul mondo, in forte espansione, delle valute come il Bitcoin.

Secondo il Wall Street Journal, le società statunitensi Andreessen Horowitz e Union Square Ventures, sostenitrici del capitale di rischio di società di moneta digitale, hanno incontrato i funzionari della Securities and Exchange Commission degli Usa il 28 marzo. Hanno sostenuto che la supervisione di Washington potrebbe rallentare l’innovazione basata sulla tecnologia blockchain che è alla base delle criptovalute.

Lo scopo della visita era in realtà quello di avere garanzie formali da parte delle autorità che i loro prodotti saranno esentati dalla supervisione della Sec: le aziende di venture capital hanno sostenuto che i token non sono investimenti ma prodotti che possono essere utilizzati soltanto per accedere a servizi o reti forniti da startup.

La Sec sta svolgendo infatti indagini sulle valute digitali, in particolare sulle Ico, e ha affermato che i token virtuali emessi dalle startup sono investimenti che dovrebbero essere regolamentati come gli strumenti finanziari. Le criptovalute si trovano anche a fronteggiare la supervisione della Commodity Futures Trading Commission (Cftc) e di altre agenzie Usa.

L’iniziativa di Andreessen Horowitz e degli altri, non sembra un caso isolato. Da quando il governo degli Stati Uniti ha aumentato la pressione per la regolamentazione, spiega il Wall Street Journal, a Washington si è formato un vero universo di lobbisti che intendono prevenire ogni tipo di supervisione.