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Corea del Nord: i rapporti con Putin

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Il mondo è sotto la minaccia del leader nordcoreano Kim Jong-un che con i suoi continui test nucleari mette a repentaglio la sicurezza internazionale. A nulla finora sono valse le risoluzioni prese dal Consiglio di sicurezza dell’Onu e nel dibattito su cosa sia meglio fare per fermare la smanie di potere di Pyongyang interviene anche il leader russo Vladimir Putin.

Parlando della situazione in Corea a una sessione plenaria dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok, Vladimir Putin vede nel dialogo con il leader di Pyongyang l’unica strada possibile per risolvere la crisi.

“Le parti in conflitto  avranno abbastanza buon senso e consapevolezza delle loro responsabilità verso i popoli delle regioni, e saremo in grado di risolvere la questione con i mezzi diplomatici. Notiamo la volontà dell’attuale amministrazione americana di alleviare la tensione  Mi aspetto che il buon senso prevalga a Washington e che la crisi venga risolta attraverso i negoziati, come nel 2005. Ci può essere solo una soluzione diplomatica per la questione: è un modo disagevole e lento per risolvere il problema ma è l’unico possibile”.

Il leader del Cremlino ha inoltre esortato i partner asiatici a “continuare con gli investimenti nella regione” altrimenti la situazione “non può che peggiorare”.

“È necessario risolvere i problemi della regione attraverso il dialogo diretto di tutte le parti interessate, senza dettare condizioni preliminari. Le provocazioni, la pressione e la retorica militare ed offensiva sono una strada verso il nulla”.

Il leader del Cremlino ha definito la strada delle sanzioni verso la Corea del Nord del tutto inutile e ha sottolineato come la crisi coreana potrebbe provocare una catastrofe planetaria.

“I nordcoreani mangerebbero erba piuttosto che rinunciare al programma nucleare. È impossibile risolvere il problema della Corea del Nord solo con le sanzioni: non dobbiamo mettere la Corea del Nord all’angolo, bisogna mantenere la lucidità”.

Così il presidente Vladimir Putin in conferenza stampa con il suo omologo sudcoreano Moon Jae-in, anch’egli ospite del forum economico di Vladivostok, confermando che Mosca non riconosce lo status di potenza nucleare alla Nord Corea. Putin respinge così la richiesta del collega sudcoreano Moon Jae-in di sostegno al taglio dell’export di petrolio verso la Corea del Nord al fine di spingere Pyongyang a tornare ai negoziati.

Riferiscono fonti vicine al Cremlino che Putin avrebbe espresso molta preoccupazione per il taglio visto che potrebbe esserci danni ai cittadini.

Ma quali sono i legami tra Putin e Kim Jong-Un?

Il Cremlino ha sempre mantenuto ed espanso i rapporti economici con Pyongyang nel settore dei trasporti, carburanti ed occupazione. La Russia  ha cancellato i 10 miliardi di dollari di debito che la Corea del Nord si portava dietro fin dai tempi dell’Unione Sovietica.  Il fondatore della dittatura, Kim Il Sung, era un ex maggiore dell’Armata rossa e ha combattuto contro i giapponesi durante la seconda guerra mondiale e trascorse 26 anni di esilio proprio a Mosca.

Fonti di stampa giapponesi inoltre rivelano anche che una decina di ex ufficiali del Kgb, il temuto servizio segreto sovietico è arrivato a febbraio a Pyongyang con il compito di organizzare e migliorare la sicurezza attorno al dittatore, nonchè addestrare unità speciali per individuare in maniera preventiva atti di terrorismo e sabotaggio. Poi l’inasprimento della crisi nucleare il Cremlino avrebbe inviato a Pyongyang anche treni carichi di carri armati al fine di presidiare i confini con la Corea del Sud. Insomma ancora una volta l’ambiguità di Putin viene a galla.