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Brexit, pure le Regioni italiane pagheranno il conto

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Gli enti locali europei, fra cui le Regioni italiane, rischiano di vedere ridotti i fondi della politica di coesione previsti nel prossimo bilancio europeo. Il taglio sarebbe conseguenza della Brexit, secondo l’economista e eurodeputata del gruppo Socialisti e Democratici Mercedes Bresso. Il Regno Unito è contributore netto nell’Unione europea per 10 miliardi di euro annui.

Se nessuno Stato si impegnerà ad aumentare il suo contributo, queste risorse che non ci saranno più dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. L’Ue dovrebbe decidere dove tagliare per far quadrare il bilancio, se risparmiare sulle politiche agricole o sui fondi strutturali e la politica di coesione. La politica di coesione europea ha l’obiettivo di ridurre le disparità fra le regioni europee.

Con un taglio a questi fondi, a perdere potrebbero essere in particolare le regioni del nord Italia. Secondo quanto scrive Mercedes Bresso in un articolo sull’Huffington Post, il rischio è che territori a reddito medio, come appunto il nord Italia, possano restare tagliati fuori dalla suddivisione dei fondi europei, mentre le regioni meridionali potrebbero continuare a usufruirne.

Per la precisione, nel caso i governi non accettassero di aumentare le risorse totali per il Quadro Finanziario Pluriennale, il rischio è che “vengano messi in concorrenza i fondi per la coesione, che sono gestiti dalle Regioni, con quelli per politiche gestite a livello europeo o attraverso gli Stati come la politica migratoria, la difesa comune, la guardia di frontiera europea, le politiche per la ricerca, per i giovani e la cultura”.

Si tratta di risorse che negli ultimi anni le amministrazioni regionali hanno utilizzato per promuovere il lavoro, l’innovazione, la produzione agricola, le politiche sociali e sarebbe per loro una grave perdita, scrive Bresso.