Economia

Banche: ecatombe di occupati crea buco da 2 miliardi

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Una vera e propria ecatombe occupazionale è quella che nei primi mesi del 2017 si è verificata nel comparto bancario e a farne le spese i dipendenti degli istituti di credito.

Secondo quanto reso noto dall’ufficio studi First Cisl da gennaio a luglio di quest’anno si sono verificati ben 17500 esuberi che si traducono in un costo netto stimato per il sistema bancario superiore ai 2 miliardi di euro.

Andando a ritroso, la prima ad aprire le danze è stata a gennaio Cariferrara, prima dell’acquisizione da parte di Bper, con 340 uscite sottoscritte. Il mese successivo è stata la volta di Banca carige che nell’aggiornamento del piano industriale ha individuato ulteriori 155 esuberi da aggiungersi ai 600 già preannunciati.

Sempre a febbraio è stato il turno di Unicredit che, nonostante il tanto acclamato aumento di capitale da 13 miliardi di euro, sotto la nuova gestione targata Jean Pierre Mustier, ha fatto fuori 3900 dipendenti con l’uso del Fondo di solidarietà di settore fino a 54 mesi.

Lo stesso Fondo viene usato da Intesa Sanpaolo in merito all’affaire banche venete, estendendone l’utilizzo fino a 84 mesi per la prima tranche da 1.000 esuberi e a 60 mesi per le successive 3.000 uscite.

Incognita per 726 lavoratori a cui, come sottolineano dalla First Cisl, serve dare urgentemente una risposta. Numeri a cui si aggiungono quelli del Monte dei Paschi di Siena il cui nuovo piano industriale prevede 5.500 esuberi, di cui si andrà a discutere nel breve.

In primavera si sono verificati 270 esuberi in Banca Marche, 69 in Carichieti  e 20 in Banca Etruria. Poi le tre banche son state acquisite da Ubi banca che ha aggiornato il piano industriale, annunciando 1.318 nuovi esuberi.

E nel futuro le cose non si mettono bene con altri esuberi annunciati in Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi), CheBanca!, Popolare di Bari, Casse di Rimini, San Miniato e Cesena. Insomma la crisi del settore bancario non lascia scampo.