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Assad, Iran e Russia circondano Aleppo, colloqui di pace una farsa

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NEW YORK (WSI) – L’attacco delle truppe siriane di Bashar al-Assad, coadiuvate da quelle di Hezbollah e dall’aviazione russa, ha circondato Aleppo e, nelle ultime ore hanno provocato l’esodo di civili dalla città “fra 60mila e 70mila” unità “dirette in Turchia”. Ad affermarlo è il premier turco Ahmet Davutoglu; la Turchia, nel frattempo ha chiuso la frontiera. Il tutto mentre a Ginevra vanno in scena colloqui di pace per la Siria, che rischiano di collassare prima ancora di essere veramente partiti.

Quella iniziata mercoledì pomeriggio è l’offensiva più massiccia delle forze governative siriane, sostenuta da 300 raid aerei in meno di due giorni. La battaglia, concentrata a nord di Aleppo, la più popolosa città siriana da tempo divisa in quartieri lealisti e ribelli, vede in campo forze islamiste di varia origine: Liwa al-Muhajereen al-Ansar, Ahrar al-Sham, i turcomanni appoggiati dalla Turchia e, soprattutto, Al Nusra, la branca siriana di Al Qaeda.

Secondo quanto riporta Bloomberg, le truppe siriane e i loro alleati hanno tagliato le linee di rifornimento tra il nord della città e la Turchia, “prendendo Aleppo, l’ex hub commerciale siriano, la Russia, l’Iran e Assad avranno più potere contrattuale in qualsiasi tavolo e su come la regione andrà ridefinita”.

La grande offensiva, che vede schierate 20mila unità governative contro 10-15mila dei ribelli ha già avuto l’effetto di far saltare le trattative diplomatiche di Ginevra. Non sorprende, infatti, che il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, abbia duramente condannato le azioni in atto da parte dei competitor nella partita mediorientale:

Gli intensi attacchi aerei russi, che colpiscono soprattutto le truppe di opposizione in Siria, stanno minando gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto. Inoltre il rafforzarsi dell’attività aerea russa in Siria crea un aumento delle tensioni e violazioni dello spazio aereo turco. Questo crea rischi, forti tensioni ed è una sfida alla Nato, perché sono violazioni allo spazio aereo Nato.