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Wall Street in lieve ribasso, nel finale riduce i sell grazie ad accordi Ue

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New York – Wall Street riduce i sell nel finale, dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di confermare a sorpresa la riforma sanitaria, nota con il nome di Obamacare, e dopo che dall’Europa arrivano segnali incoraggianti su un possibile accordo dal summit Ue.

In chiusura il Dow Jones cede -24,75 punti (-0,20%), a quota 12.602,26 punti, mentre il Nasdaq -25,83 punti (-0,90%), a 2.849,49. In rosso anche lo S&P500, con -2,81 punti, (-0,21%), a 1.329,04.

I titoli del settore sanitario segnano una performance positiva. HCA Holdings +10,75%, Tenet Healthcare +5,42%, Health Management Associates +8,87%, Molina Healthcare +8,63%.

Sullo sfondo, rimane la preoccupazione per l’economia Usa, seguita alla pubblicazione dei dati relativi alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione e al prodotto interno lordo degli Stati Uniti.

Gli investitori preferiscono posizionarsi sui Treasury, visti come asset rifugio, per il secondo giorno consecutivo.

Entrambi gli indicatori macro sono stati cruciali nel mettere in evidenza le condizioni di salute dell’economia americana. La revisione finale del Pil ha confermato che nei primi tre mesi dell’anno, la congiuntura americana è cresciuta a un ritmo +1,9%, come stimato dagli analisti e reso noto nel corso della prima revisione. Preoccupazione però per il trend dei profitti aziendali, che hanno sofferto nel trimestre il calo piĂą forte dalla fine del 2008.

Non particolarmente confortanti i numeri sul mercato del lavoro, visto che la media delle ultime quattro settimane delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione rimangono a livelli particolarmente elevati e al massimo degli ultimi sette mesi.

I dati sono stati comunicati in una giornata molto tesa per i mercati azionari globali: oggi è la giornata infatti del tanto atteso meeting del Consiglio europeo, che si concluderà domani, 29 giugno. Euro a $1,2428. Particolare volatilità degli indici europei, che fanno i conti anche con la rinnovata tensione nel mercato dei bond.

Riguardo alle notizie provenienti dal fronte societario Usa, Google ha reso noto che la vendita del suo primo tablet dovrebbe avvenire intorno alla metĂ  di luglio, al prezzo di $199. La speranza è di replicare il successo degli smartphone in un mercato ormai dominato dal Kindle Fire della Amazon e dall’iPad di Apple. Ma il titolo riporta un calo -0,88%. In un clima di sell generalizzati, l’hi-tech si adegua e scende anch’esso. Dell -3,08%, Hewlett Packard -0,77%, IBM -0,83%, Apple -0,95%. Ancora peggio Seagate -5,22%, e Hutchinson Tecnology, che ha lanciato nella serata di mercoledì un alert sull’outlook trimestrale. Titolo -12,28%.

In calo JPMorgan dopo la notizia secondo cui le perdite sofferte a causa dei suoi investimenti speculativi legati ai derivati, annunciate lo scorso 10 maggio, potrebbero essere ben superiori ai $2 miliardi inizialmente resi noti (ma nei giorni successivi giĂ  si parlava di un buco salito a $3 miliardi). Si parla ora di $9 miliardi. Le quotazioni del colosso bancario perdono fino a -2,45%.

I bancari non sono sotto pressione però soltanto per JP Morgan. Il ministro delle Finanze britannico George Osborne ha infatti dichiarato che – oltre a Barclays colpita da una multa di $452 milioni – ci sarebbero altre quattro banche che operano a livello globale e che sono indagate per presunta manipolazione dei tassi di interesse globali. Tali banche, secondo il rapporto citato da Osborne, sono Citigroup, UBS, HSBC Holdings e Royal bank of Scotland. Anche esse, così come Barclays, sono accusate di aver tentato di manipolare il Libor, il tasso benchmark su cui si basando transazioni per migliaia di miliardi di dollari. Intanto Citigroup cede -2,62%, UBS -2,35%, HSBC -2,00%, Royal Bank of Scotland -9,96%, mentre Barclays -12,08%.

Sempre tra i bancari, perdono a Wall Street Morgan Stanley -0,29%, Bank of America -0,39%, American Express -0,33%.

Tra le altre notizie di rilievo, il board di News Corp. ha approvato il piano per lo split della società in due, da una parte l’editoria e dall’altra la sezione intrattenimento.

In ambito valutario, l’euro sul dollaro a $1,2439. Euro/yen a JPY 98,82, mentre dollaro/yen a JPY 79,42.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio crollano a quota $77,79 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.550,40 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in flessione all’1,577%.

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