Btp: a chi convengono? A chi li ha emessi o al risparmiatore?

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di Angelo Danilo Nobile

Il 9 giugno si è concluso con successo il collocamento dei Btp Valore, i nuovi buoni del Tesoro dedicati ai risparmiatori retail: proprio dagli investitori domestici è arrivata la quasi totalità – il 99% – della domanda. Nei quattro giorni di collocamento è stato emesso un importo complessivo di 18.191,090 milioni di euro a fronte di 654.675 contratti conclusi, con un taglio medio di 27.786 euro. Si tratta del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori.

TASSI CEDOLARI CRESCENTI

Ad attrarre gli investitori sono state in particolare alcune caratteristiche: anzitutto il fatto che, a differenza dei Btp tradizionali, i Btp Valore offrono cedole crescenti, calcolate sulla base di tassi prefissati che aumentano nel corso della vita del titolo e da un extra premio fedeltà finale per gli investitori che non lo vendono mai. In particolare, per la prima emissione di questi titoli i tassi cedolari minimi garantiti sono stati del 3,25% per il primo e secondo anno, e del 4% per il terzo e quarto anno.

DIFFERENZA TRA TASSI NOMINALI E TASSI REALI

Si tratta di percentuali che suonano estremamente interessanti per gli investitori: ma bisogna tenere sempre presente la differenza tra tassi reali e tassi nominali. Per i piccoli risparmiatori è facile dimenticare che il tasso iniziale del 3,25% per due anni è un tasso nominale; mentre il tasso sul quale si calcola la crescita del capitale investito è il tasso reale, cioè quello che riesce a superare il valore dell’inflazione. Valore che nell’ultima rilevazione di maggio in Italia era del 7,9%.

GUARDARE ANCHE AD ALTRI MERCATI

Se l’inflazione si mantenesse su questi livelli, in termini reali la perdita di un investimento concentrato solo sui Btp Valore sarebbe pari a qualcosa come 4,65 punti percentuali! Per questo motivo è importante non fidarsi delle apparenze e dedicare i propri investimenti anche a mercati che offrono maggiori possibilità di rendimento, come quello azionario, che negli ultimi tre anni ha registrato una crescita del 35%.

PREFERIRE UN PORTAFOGLIO BILANCIATO

Una soluzione intelligente è affidarsi a un portafoglio di investimenti bilanciato, costituito in parte da obbligazioni e in parte da azioni: uno schema di questo genere consente di superare l’inflazione in termini di rendimento. Non bisogna quindi commettere l’errore cognitivo di guardare solo al tasso nominale offerto in sede di collocamento.

UN BUON INVESTIMENTO IN OTTICA DI DIVERSIFICAZIONE

Quindi conviene investire nel Btp Valore? Non esiste una risposta univoca: dipende da diversi fattori, in primis dalla propria situazione personale e dagli obiettivi di investimento. In un’ottica di diversificazione del portafoglio, comprare Btp  Valore potrebbe essere un buon investimento, ma tenendo sempre presente il problema dell’inflazione e il rischio di ulteriori rialzi dei tassi d’interesse, che diminuiscono il valore dell’obbligazione.

UN CONSIGLIO FINALE
Se l’obiettivo è quantomeno mantenere il valore reale del proprio capitale, non si può fare a meno oggi di scegliere un portafoglio bilanciato costruito su misura sugli obiettivi del cliente.

Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it

 

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