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Venezuela: probabilità default balza all’85%, record dal 2009

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ROMA (WSI) – Il rischio che il Venezuela faccia default balza al massimo dal gennaio del 2009. E’ quanto risulta dalla performance dei credit default swap (cds), strumenti finanziari acquistati per assicurarsi che un determinato asset faccia default.

Il prezzo attuale del Cds suggerisce che esiste una probabilità di default attorno all’85%; questo, dopo che il valore dei bond venezuelani con scadenza nel 2027 sono scesi al minimo in cinque anni, smobilizzati in gran massa dagli speculatori, che ritengono che il paese abbia poche chance di salvarsi, vista la decisione dell’Opec di mantenere invariata la produzione di petrolio.

Stando ai dati di JP Morgan Chase, il rendimento extra che gli investitori richiedono per detenere in portafoglio bond venezuelani invece di Treasuries Usa è salito di 2,14 punti percentuali al 20,51%.

Da segnalare che il petrolio incide sulle entrate fiscale con una percentuale superiore al 95%. Il Venezuela è dunque del tutto dipendente dalle quotazioni del greggio e per questo è stato il sostenitore più convinto, in occasione della riunione dell’Opec della scorsa settimana, di un taglio dell’output.

In più, il paese sta soffrendo una fase di iper inflazione (sopra il 60%), con i beni di prima necessità come olio per cucinare, riso, caffè, zucchero e carta igienica, che sono diventati scarsi.

Non basta guardare al trend dei bond con scadenza nel 2027 per capire quanto sia drammatico il quadro: basta far riferimento al valore delle obbligazioni che scadono il prossimo marzo, del valore di 1 miliardo di euro, che valgono sotto i 95 centesimi di euro, a fronte di tassi al 24,8%. (Lna)