
NEW YORK (WSI) – Ennesimo tonfo del rublo, che aggiorna nuovi minimi record nei confronti del dollaro, dopo le vendite della vigilia.
Sell off scatenati anche sui titoli di stato russi a scadenza decennale, con i rendimenti che schizzano al di sopra della soglia del 10%, ai massimi dal 2009.
Due sono i motivi che continuano a provocare forti realizzi sugli asset russi.
In primo luogo, la notizia del crollo delle esportazioni tedesche in Russia, scivolate ad agosto -26,3% su base annua. Il calo complessivo, da inizio anno, è -16,6%, con le esportazioni di veicoli tedeschi in Russia che hanno subito un collasso -27,7%, sempre dall’inizio del 2014.
I numeri sono più che indicativi nel confermare la crisi dei rapporti commerciali tra Germania e Russia. Basti pensare che dal 2010 al 2012, le esportazioni tedesche in Russia crescevano ogni anno a tassi ben sostenuti, fino a +30,8% nel 2011.
Secondo motivo dei nuovi smobilizzi su rublo e bond russi è il rumor secondo cui il colosso energetico russo Rosneft avrebbe proposto a Mosca un modo radicale per rispondere alle sanzioni imposte dall’Occidente.
Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha negato i rumor secondo cui Rosneft avrebbe formulato un piano di contrattacco contro l’Occidente. Ma le indiscrezioni sembrano confermare quella che è diventata prima di tutto una guerra economica -ed energetica – tra Russia e mondo Occidentale.
Alle 17.22 ora italiana, il rapporto dollaro/rublo è in rialzo +0,91% a 42,84 rubli circa; il rapporto euro/rublo in crescita oltre +1% a 54,69 rubli.