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USA: MA QUALE RALLENTAMENTO!

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*Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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Il dato sulle vendite al dettaglio di aprile ha registrato una variazione mensile nettamente superiore rispetto alle stime mediane, con una revisione al rialzo dei dati precedenti sia di marzo che di febbraio.

Il dato è stato supportato da una buona contribuzione del settore auto, da quello costruzioni ma anche da tutto il comprato della grande distribuzione. Infatti anche depurando la variazione dall’effetto derivante dalle componenti tipicamente più volatili (petrolio, auto e spesa per costruzioni) la variazione mensile si attesta comunque su valori superiori all’1%.

Quali informazioni ricavare dal dato odierno? Il buon andamento delle entrate fiscali ha avuto una ripercussione in termini di spesa per consumi. Rimane però qualche perplessità in merito all’effettiva entità della variazione positiva.

Ci riferiamo in particolare al possibile effetto combinato delle condizioni metereologiche insieme all’entità dell’impatto derivante dalla destagionalizzazione del dato a causa dell’arrivo anticipato della Pasqua.

Questi fattori potrebbero aver comportato variazioni del mese di marzo particolarmente penalizzate a fronte invece di un andamento opposto di aprile. Non a caso i settori in cui si è registrato un cambio di segno nella variazione mensile sono stati quello relativo al Departement stores (da –2 a +1,3%), general merchandise (da –0,7% a +1,5%), clothing (da –2.2% a +2,8) e restaturants (da –0,8% a +0,9%).

In sintesi: i dati di oggi segnalano la possibilità che la fase di rallentamento potrebbe essere stata confinata al solo mese di marzo. Il soft patch inoltre potrebbe essere inferiore alle attese alla luce delle aspettative di una revisione al rialzo del pil dell’intero primo trimestre.

Occorre però tenere anche conto del potenziale effetto discorsivo derivante dal processo di destagionalizzazione nei mesi di marzo ed aprile alla luce anche dei segnali meno positivi derivanti da taluni indicatori anticipatori.

Di conseguenza i dati che potrebbero essere maggiormente utili per chiarire tal dicotomia (dati consuntivi vs. anticipatori) potrebbero essere quelli di maggio. Nel frattempo però prendiamo atto dei segnali più incoraggianti dei dati più recenti e delle revisioni al rialzo dei dati precedenti che inducono a propendere per ora per una fase di rallentamento temporanea confinata al solo mese di marzo.