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Usa, lavoro: crescita di 175.000 nuovi posti

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NEW YORK (WSI) – Numeri decisamente migliori delle previsioni, sul fronte della creazione di nuovi posti di lavoro in America.

Nel mese di maggio negli Stati Uniti sono stati creati 175.000 nuovi posti di lavoro, contro le 159.000 unità attese da Briefing e +163.000 previsti dagli analisti di Bloomberg, e rispetto a +149.000 di aprile (dato rivisto al ribasso dai +165.000 inizialmente comunicati). Rivisti al rialzo invece i numeri di marzo a +142.000 dai +138.000 resi inizialmente noti.

Gli incrementi più forti hanno riguardato il settore dei servizi professionali (+57.000), bar e ristoranti (+38.000) e il settore retail (+28.000). Il comparto manifatturiero ha invece tagliato 8.000 posti di lavoro e anche l’occupazione nel settore governativo ha segnato un lieve calo.

I salari medi orari sono saliti di 1 centesimo a $23,89, mentre la settimana lavorativa, in media, è rimasta invariata a 34,5 ore.

Il tasso di disoccupazione ha segnato un lieve rialzo dal 7,5% precedente al 7,6%. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, il rialzo della disoccupazione deve essere attribuito a un numero più alto di persone che si sono messe in cerca di un lavoro, facendo salire così la forza lavoro.

Il rapporto sull’occupazione di maggio era ampiamente atteso dalla comunità degli investitori globali, in quanto principale termometro delle condizioni di salute del mercato del lavoro Usa, e dunque dell’economia americana. Sono settimane che i mercati temono che proprio un miglioramento dei fondamentali porterà la Fed a staccare la spina prima del previsto alla sua politica monetaria espansiva, ovvero alle misure di quantitative easing che al momento proseguono con acquisti mensili di titoli di Stato per un valore di $85 miliardi di dollari; questo, anche Pimco, fondo obbligazionario numero uno al mondo, ritiene che le politiche della Fed siano il vero problema, non la soluzione.

Dal canto suo, Goldman Sachs crede che il presidente Ben Bernanke e colleghi potrebbero iniziare a ridurre la portata delle proprie manovre già dal mese di settembre.

Lo stesso Beige Book ha messo in evidenza come la crescita negli Stati Uniti sia modesta, ma anche moderata in alcuni casi.

Proprio i timori su uno scenario dei mercati privi dell’aiuto della Fed ha portato due giorni fa Wall Street a segnare forti perdite, con il Dow Jones che è sceso anche sotto la soglia dei 15.000 punti.

Ma al momento i mercati sembrano essere soddisfatti da un dato che, se da un lato conferma il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, dall’altro vede una disoccupazione che non ha ancora rallentato il passo con decisione.