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Al via oggi il secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, eppure sembra che sia in carica già da mesi secondo Michael Strobaek, Global Chief Investment Officer, Banque Lombard Odier & Cie SA.
“Quando mai una nuova amministrazione è stata così attentamente osservata e, al contempo, così imprevedibile?” si chiede l’analista secondo cui nei giorni e nelle settimane a venire possiamo aspettarci una raffica di ordini esecutivi e sicuramente una maggiore volatilità dei mercati finanziari, man mano che gli investitori ne interpretano le implicazioni.
Trump manterrà le promesse fatte? La view di Lombard Odier
L’impatto delle nuove politiche dell’amministrazione sui mercati azionari statunitensi potrebbe essere positivo: utili aziendali solidi, combinati con una crescita economica robusta e nuove politiche, potrebbero portare i mercati azionari a salire ulteriormente, sottolinea Strobaek.
Nel breve termine, inizieremo a ottenere un’indicazione dello stato di salute delle aziende con l’avvio della stagione degli utili del quarto trimestre. Questo ci mostrerà come si sta evolvendo la spesa dei consumatori, che rappresenta il motore dell’eccezionale performance economica degli Stati Uniti. I rendimenti obbligazionari sono aumentati in risposta al timore di un’inflazione in ripresa? Riteniamo che la prima piccola flessione del mercato del 2025 sia legata a prospettive di crescita migliori, che sollevano dubbi su quanti tagli la Fed effettuerà quest’anno e su un aumento del premio per il rischio sovrano, legato alle preoccupazioni sul deficit degli Stati Uniti. Il Paese gode di una combinazione straordinaria di solidi fondamentali economici, prezzi stabili e un’occupazione robusta, senza segnali di rallentamento ciclico.
Con l’aumento dei rendimenti che ha già ridimensionato le aspettative degli investitori sui mercati azionari, una normalizzazione potrebbe creare spazio per un rimbalzo, come abbiamo visto alla fine della scorsa settimana, continua l’analista.
Riteniamo che questo aumento dei tassi d’interesse sia probabilmente andato troppo oltre e che ora dovrebbe stabilizzarsi, nonostante le incertezze a breve termine legate alle politiche commerciali. Con l’insediamento della seconda amministrazione Trump, è probabile che le nuove politiche statunitensi alimentino ulteriore volatilità nei mercati finanziari. Gli investitori dovranno prepararsi a tempi turbolenti. Con i giusti driver d’investimento, persino un viaggio movimentato può rivelarsi gratificante” conclude.
Cathie Wood: “Azionario USA pronto al rally. Inflazione? Non sarà un problema”
Secondo Cathie Wood di Ark Invest, l’amministrazione Trump 2.0 dovrebbe essere positiva per l’azionario americano, grazie ai tagli fiscali e alla deregulation che aiuteranno il rally ad ampliarsi oltre le mega cap tech.
Riteniamo che l’amministrazione Trump avrà probabilmente un impatto molto positivo sul mercato azionario statunitense nel corso del prossimo anno e oltre. Il Presidente Trump fa spesso riferimento all’attività economica, all’occupazione e al mercato azionario come indicatori del successo delle politiche governative, e ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di guidare una delle amministrazioni di maggior successo della storia.
Ma, in un contesto di crescita più forte e più ampia, secondo la Wood, la sorpresa più grande potrebbe essere un’inflazione più bassa del previsto.
L’opinione comune oggi è che una rapida crescita in termini reali provocherà inflazione; noi crediamo che la storia suggerisca il contrario. Dall’inizio della Rivoluzione di Reagan nei primi anni Ottanta fino alla fine della bolla tecnologica e delle telecomunicazioni, l’inflazione è scesa di pari passo con una rapida crescita reale. Perché? Una politica monetaria e fiscale disciplinata, l’aumento della produttività associata al boom dei personal computer e la forza del dollaro hanno contribuito a far scendere l’inflazione.
“Riteniamo che il mercato possa prezzare in anticipo il successo dell’amministrazione Trump, che potrebbe rivelarsi una delle amministrazioni di maggior successo dai tempi della rivoluzione reaganiana” conclude.