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Unione bancaria e dati macro: per Deutsche Bank il 2015 è l’anno della svolta per l’Italia

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MILANO (WSI) – Manovre espansionistiche monetaria, unione bancaria, calo dei prezzi del petrolio e dell’euro, dati macro migliori del previsto e Pil in ripresa: il 2015 potrebbe finalmente essere l’anno della svolta per l’Italia. Dopo anni di crisi, “siamo in un contesto di potenziale cambiamento” in cui “le stelle si stanno allineando”.

Lo ha detto Flavio Valeri, chief country officer di Deutsche Bank, in un intervento al convegno Assiom Forex 2015.

Deutsche Bank è convinta che il progetto di un’unione bancaria finirà per dare un “impulso al sistema bancario europeo”, portando a standard comuni e riducendo la frammentazione del mercato, sostenendo l’integrazione economica e fiscale nell’area euro.

“È importante parlare un linguaggio comune e attenersi a regole condivise, affinché si possa operare con chiarezza ed efficienza in un contesto davvero europeo”, ha commentato Valeri.

Ma il 2015 dovrebbe essere un anno positivo sopratutto le condizioni macroeconomiche. “Il nostro dipartimento di ricerca si attende una crescita globale intorno al 3,6%, con gli Usa che continueranno a crescere (+3,7%). E’ possibile che la Cina subisca un rallentamento nella sua crescita, pur rimanendo a livelli alti (+7%), mentre i paesi emergenti beneficeranno dell’accelerazione della crescita americana, restando però vulnerabili a nuovi deflussi di capitali”.

“Se guardiamo all’Italia, molte delle stelle si stanno allineando. L’impatto delle riforme, l’elezione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la politica espansiva della BCE, il cambio EUR/USD a circa 1.15, la maggiore liquidità disponibile, i tassi bassi (esemplificati dal fatto che il BTP a 10 anni rende 1,55% e il CDS a 5 anni sul governativo Italia in calo di 60 bps rispetto allo scorso anno, il BOT a 6 mesi rende 0,16%) e il prezzo del petrolio che ha toccato un minimo di 48 USD/barile, avranno un impatto positivo sul PIL, le cui stime oscillano attorno al mezzo punto percentuale. I primi segnali empirici di ripresa sono incoraggianti”.

Secondo l’analista la riprova è offerta dai dati pubblicati di recente sulle immatricolazioni di auto e sull’indice manifatturiero Pmi, entrambi risultati migliori delle previsioni degli analisti e in linea con l’andamento dell’Eurozona.

Anche nel mercato creditizio italiano, la fine del 2014 ha segnato una svolta in positivo, con “domanda e volumi in graduale aumento, e un contestuale rallentamento dei nuovi ingressi tra i crediti deteriorati”.

Per le banche, ricorda Valeri, l’anno appena iniziato avrà come tema principale il ‘Fintech’, ovvero “l’imponente rivoluzione digitale con la quale le banche dovranno confrontarsi”.

“L’influsso di una maggiore ‘cognitive diversity’, anche da parte di nuovi operatori, renderà la nostra industria più dinamica e rappresenterà al contempo la sfida più significativa che ci attende, in ambito gestionale e di mercato”.

La nuova offerta digitale già spazia dai pagamenti, ai cloud informativi, ai prodotti di risparmio e deposito, al trading di titoli, al peer-to-peer, al direct lending. Il cambiamento secondo l’analista di Deutsche Bank è già in atto e “avrà un fortissimo impatto sui nostri business model. Starà a noi avere la capacità di gestire questo cambiamento digitale e di coglierne tutte le grandi opportunità di sviluppo”.

L’Italia, ha ricordato Valeri, per Deutsche Bank è oggi “il principale mercato in Europa, dopo la Germania”. L’istituto è presente nel paese con tutte le principali linee di business, 650 punti vendita, (tra filiali tradizionali, sedi dedicate di promotori finanziari e financial shops per il credito al consumo), 5.500 collaboratori, un posizionamento di banca universale leader nelle perazioni di banca d’affari e con “una crescente presenza nell’attività di banca commerciale tradizionale”.

(DaC)