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UniCredit ha ufficializzato la sua presenza nel capitale di Assicurazioni Generali con una partecipazione del 4,1%. L’operazione, maturata progressivamente attraverso acquisti sul mercato, rappresenta un investimento significativo da parte della banca guidata da Andrea Orcel, anche se, come precisato dallo stesso istituto, si tratta di una mossa di natura puramente finanziaria e non strategica. Tuttavia, in un momento di tensioni tra i principali azionisti della compagnia triestina, la mossa potrebbe avere implicazioni rilevanti per il futuro equilibrio di potere all’interno delgruppo assicurativo.
I dettagli dell’operazione di Unicredit
Secondo quanto comunicato da UniCredit, la banca detiene attualmente il 4,1% del capitale sociale di Generali, un pacchetto costruito nel tempo attraverso acquisti sul mercato. A questa quota si aggiunge un ulteriore 0,6% detenuto come sottostante per attività ordinarie dei clienti e relative coperture. La partecipazione complessiva si attesta quindi al 4,7%, ma UniCredit ha chiarito che solo il 4,1% è riconducibile direttamente alla banca.
L’operazione non ha avuto un impatto significativo sul CET1 (Common Equity Tier 1) della banca – l’indicatore chiave della solidità patrimoniale – e rientra in una strategia di gestione del portafoglio volta a cogliere opportunità di investimento sul mercato. Questo aspetto è stato sottolineato dalla stessa UniCredit, che ha ribadito come l’acquisizione non rappresenti un interesse strategico verso Generali ma piuttosto un investimento finanziario volto a generare valore per gli azionisti.
Le implicazioni strategiche per Generali
Sebbene UniCredit abbia dichiarato che l’investimento in Generali non abbia natura strategica, ma esclusivamente finanziaria, è inevitabile interrogarsi sulle possibili implicazioni future nel risiko bancario.
L’acquisizione della quota in Generali potrebbe quindi essere letta come un investimento opportunistico in un momento in cui le azioni della compagnia triestina hanno raggiunto livelli record – recentemente hanno superato i 30 euro, il massimo dal 2007 – grazie a risultati solidi e a prospettive positive nel settore assicurativo.
Tuttavia, c’è chi ipotizza che UniCredit potrebbe avere un ruolo più attivo nella governance futura di Generali. L’ingresso della banca guidata da Andrea Orcel nel capitale di Generali arriva infatti un momento delicato per la compagnia triestina. Ovvero, nella partita per il rinnovo del Cda della compagnia in calendario l’ 8 maggio.
A bocce ferme, il principale azionista di Generali è Mediobanca, che detiene circa il 13,1% del capitale ed esercita una forte influenza sulla governance della società. Tuttavia, negli ultimi anni sono emerse tensioni tra Mediobanca e altri azionisti rilevanti come il gruppo Delfin – la holding fondata da Leonardo Del Vecchio – e Francesco Gaetano Caltagirone, entrambi critici nei confronti della gestione attuale guidata dal Ceo Philippe Donnet.
Delfin e Caltagirone hanno più volte espresso la volontà di cambiare gli equilibri interni a Generali, contestando le scelte strategiche e chiedendo una maggiore indipendenza dalla governance di Mediobanca. Delfin detiene attualmente circa il 9,93% delle azioni di Generali, mentre Caltagirone si attesta intorno al 6,92%, rendendoli due dei principali contendenti nella partita per il controllo della compagnia.
In questo contesto, l’ingresso di UniCredit con una quota significativa potrebbe influenzare le dinamiche interne alla compagnia triestina, soprattutto in vista dell’assemblea degli azionisti prevista per maggio 2025, durante la quale sarà rinnovato il consiglio di amministrazione.