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Unicredit, aumento di capitale: cosa fare se si è azionisti

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Parte oggi per terminare giovedì 23 febbraio l’aumento di capitale di Unicredit. L’operazione prevede l’emissione di 13 azioni di nuova emissione ogni 5 azioni possedute a un prezzo di 8,09 euro. Come spiega Gabriele Bellelli, trader e consulente finanziario indipendente, in un articolo di It Forum News:

 “si tratta di un aumento di capitale a pagamento, ossia agli azionisti viene richiesto di mettere mano al portafoglio e di investire altro denaro in Unicredit. Da lunedì ogni possessore di azioni Unicredit e Unicredit Risparmio, ad esempio di 500 quote, si ritroverà in portafoglio, oltre alle azioni, anche 500 diritti, che forniscono all’azionista il diritto di acquistare nuove azioni”.

“Occorre rilevare che i diritti, al pari delle azioni, sono quotati in tempo reale sul mercato finanziario e quindi il loro prezzo varia durante la fasi delle contrattazioni. Nel dettaglio, i diritti saranno negoziabili fino a venerdì 17 febbraio (incluso), mentre sarà possibile esercitarli (per aderire all’aumento di capitale) fino a giovedì 23 febbraio”.

Va ricordato che questo aumento di capitale riguarda solo i possessori di azioni Unicredit, ordinarie e risparmio.

Conviene aderire all’aumento di capitale?

Secondo Belleli, purtroppo non c’è una risposta univoca e in molti casi si tratta di una scelta soggettiva ma in linea generale l’azionista è chiamato a ragionare sulle seguenti soluzioni. Ecco, secondo l’esperto, le varie opzioni su cui conviene riflettere:

1- Aderire all’aumento di capitale ed esercitare i diritti.

In questo caso la domanda da porsi, almeno dal mio punto di vista, è “sono soddisfatto del risultato ottenuto dal mio investimento in questa società? Da quando ho deciso di acquistare le azioni di questa società, il mio investimento è stato ben remunerato e ne ho tratto un guadagno? Credo in questa società e nelle sue prospettive? Alla luce di queste domande, ho voglia di investire altro denaro in questa società?”.

Se le risposte sono positive, la soluzione è quella di aderire all’aumento di capitale; altrimenti è saggio iniziare a valutare una exit strategy da questo investimento…
Prima di adottare questa soluzione raccomando di verificare che l’investimento finale su Unicredit non sbilanci il portafoglio su questo titolo, altrimenti conviene calibrare il peso della partecipazione all’aumento di capitale (ad esempio attraverso l’esercizio parziale dei diritti)!

Per chi intende aderire all’aumento di capitale (simulando il possesso di 500 azioni), il conteggio per determinare l’esborso monetario necessario per aderire è:
(500 : 5)= 100
(100 * 13)= 1.300
(1.300 * 8,09)= 10.517 euro

2 – Non aderire e vendere sia azioni che diritti

In questo caso occorre avvertire che generalmente è conveniente vendere i diritti il primo giorno di contrattazione perché, seduta dopo seduta, il loro prezzo tende a calare progressivamente. Questa regola non è valida in ogni occasione ma nel passato lo è stata nella maggioranza dei casi per cui conviene prestarci attenzione.

3-  Non aderire all’aumento, vendere i diritti ma mantenere le azioni

Mantenere i diritti, vendere le azioni e con il ricavato esercitare i diritti ed aderire all’aumento di capitale. In questo modo, in determinate situazioni, è possibile abbassare il prezzo di carico in portafoglio.

Belletti ricorda inoltre di fare “attenzione a un dettaglio importante: in assenza di comunicazioni in merito ai diritti, la tua banca venderà in automatico i diritti in pre-apertura l’ultimo giorno di contrattazione (venerdì 17 febbraio) ma in quel momento il valore dei diritti potrebbe essere nettamente inferiore rispetto a quello di inizio aumento”.

Inoltre, il trader aggiunge che queste sono le principali soluzioni su cui ragionare ma nulla vieta di adottare soluzioni ibride, ad esempio: vendita, o l’esercizio, parziale dei diritti; vendita di metà delle azioni e l’esercizio dei diritti.