Economia

UE rinvia i contro-dazi. Dai jeans al succo d’arancia, quali i prodotti made in USA a rischio rincari

Nuovo capitolo della guerra commerciale. L’Unione Europea ritarderà l’entrata in vigore della sua prima serie di tariffe sui beni provenienti dagli Stati Uniti fino alla metà di aprile. Una proroga dettata dalla necessità di  avere più tempo per le discussioni con Washington.

Così ha dichiarato un portavoce dell’UE alla CNBC sottolineando come “La Commissione ha deciso di allineare i tempi delle due serie di contromisure dell’UE contro le tariffe statunitensi 232 su acciaio e alluminio dell’UE”, aggiungendo che il ritardo ‘fornisce ulteriore tempo per le discussioni con l’amministrazione statunitense’.

 Dazi: l’Ue proroga l’avvio delle sue contromisure

All’inizio di marzo, l’UE aveva indicato che avrebbe seguito un duplice approccio, imponendo nuovamente le tariffe precedentemente sospese e introducendo una serie di dazi aggiuntivi su altri beni esportati dall’Ue verso gli Stati Uniti. Tra questi troviamo l’acciaio e l’alluminio di qualità industriale, altri prodotti semilavorati e finiti in acciaio e alluminio, insieme ai loro prodotti commerciali derivati, come parti di macchinari e ferri da maglia.

Anche un’ampia gamma di altri prodotti potrebbe essere sottoposta a dazi, tra cui il bourbon, i prodotti agricoli e altri beni industriali come tessuti, pelletteria, elettrodomestici e altro.

“Il nostro obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra i prodotti, tenendo conto degli interessi dei produttori, degli esportatori e dei consumatori dell’UE”, ha dichiarato il portavoce dell’UE.

L’Unione Europea ha annunciato le misure in concomitanza con l’entrata in vigore dei dazi del 25% del presidente americano Donald Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio. L’UE deve “agire per proteggere le imprese e i consumatori”, ha dichiarato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

L’UE ha inoltre dichiarato di voler estendere le proprie misure oltre a quelle precedentemente attuate, poiché “i nuovi dazi statunitensi hanno una portata significativamente più ampia e colpiscono un valore significativamente più elevato del commercio europeo”.

“L’obiettivo è quello di garantire che il valore totale delle misure dell’UE corrisponda all’aumento del valore del commercio impattato dalle nuove tariffe statunitensi”, ha dichiarato l’esponente europeo.

Ue alla ricerca di un compromesso con Washington

Maros Sefcovic, commissario europeo per il commercio e la sicurezza economica, ha dichiarato che le discussioni con gli Stati Uniti continueranno. “Il presidente von der Leyen mi ha incaricato di continuare i colloqui per cercare di trovare una soluzione con gli Stati Uniti” ha dichiarato il commissario.

“Mi sto impegnando con le mie controparti statunitensi per comprendere meglio i piani degli Stati Uniti e cercare possibili soluzioni”, ha detto Sefcovic, sottolineando che nel frattempo l’UE continua a prepararsi. Il 2 aprile è il giorno stabilito da Trump per imporre tariffe reciproche ad altri Paesi. “Il 2 aprile, dovremo valutare le azioni intraprese dagli Stati Uniti e mantenere un approccio flessibile in modo da calibrare la nostra risposta di conseguenza”, ha dichiarato.

Istat: nel 2024 import dagli Usa in Italia sale a 25,9 miliardi di euro

Ma quanto è esposta l’Italia agli States? I numeri li fornisce l’Istat nel suo ultimo Rapporto sulla competitività dei settori produttivi da cui emerge come tra il 2019 e il 2023 le esportazioni italiane in valore sono significativamente aumentate soprattutto verso degli Stati Uniti (+47,5 per cento) e la Cina (+47,8 per cento); nel 2024 si è invece registrata una flessione (-3,6 e -20,0 per cento; -5,0 per cento verso la Germania).

Nel 2024, l’esposizione dell’Italia verso gli Stati Uniti era simile a quella della Germania e superiore a quella di Francia e Spagna, mentre minore risultava l’esposizione verso la Cina (2,4 per cento, contro il 5,8 per cento della Germania). Inoltre, sempre lo scorso anno, l’Italia ha registrato un ampio avanzo commerciale verso il mercato americano (34,7 miliardi di euro), principalmente determinato da quattro grandi comparti manifatturieri che sono Meccanica (10,8 miliardi di euro), Alimentare-bevande-tabacco (oltre 7 miliardi), Tessile-abbigliamento-pelli (oltre 5 miliardi) e Mezzi di trasporto (6,1 miliardi, di cui 3,5 nel solo comparto degli autoveicoli). L’export in valore di beni italiani negli Stati Uniti è principalmente costituito da vendite di prodotti farmaceutici, autoveicoli, navi e imbarcazioni, macchinari; tra i principali gruppi di prodotti, figurano anche le vendite di bevande (vini), articoli di abbigliamento e mobili.

Codacons: rischio stangata per i consumatori italiani

“Tralasciando il settore dell’industria, eventuali dazi imposti dall’Europa sulle importazioni dagli USA provocherebbero aumenti dei prezzi al dettaglio per beni di largo consumo come rossetti, cipria e numerosi cosmetici prodotti negli Stati Uniti e largamente utilizzati in Italia” sottolinea il Codacons.

Sarà più costoso bere succo d’arancia, mangiare riso e fumare prodotti da tabacco, e ad aumentare saranno anche snack e dolciumi vari, onnipresenti sugli scaffali dei supermercati italiani. Ad essere interessato dai rincari dei prezzi sarà anche il settore dell’abbigliamento, con aumenti per jeans, magliette, scarpe e intimo. Anche numerosi alcolici subiranno incrementi dei listini e proibitivo risulterà l’acquisto di automobili e moto prodotte negli Usa.

Tra i prodotti che l’Italia importa dagli Stati Uniti figurano infatti ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone, patate americane, salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, vodka, rum, whisky, bourbon, ma anche trattori, consolle, videogiochi, borse, portafogli, ricambi per biciclette, giochi per bambini, per non parlare di famosi Suv e dell’iconica moto Harley Davidson.