(Teleborsa) – Più tutele per i clienti delle compagnie telefoniche profilati a fini di marketing. Con sette provvedimenti rivolti ad altrettanti gestori telefonici l’Autorità a tutela della privacy ha definito criteri e garanzie per poter utilizzare dati “aggregati”. L’analisi dei gusti e dei comportamenti della clientela, una delle principali attività utilizzata per definire decisioni e strategie aziendali, può essere realizzata sia con dati personali, per i quali risulti il consenso del cliente, sia con informazioni “aggregate”, raggruppate cioè per categorie omogenee a seconda dei livelli di spesa, di traffico, età, professione, fasce orarie utilizzate, telefonate nazionali o internazionali ecc.. In questo caso, però, è necessario, prima di poter trattare i dati, richiedere una verifica preliminare da parte del Garante: un esame necessario questo, previsto dal provvedimento generale sulla profilazione del 2009, in ragione del fatto che i dati “aggregati” – per quanto non consentano di risalire immediatamente a persone identificabili – non si possono definire, di per sé, dati anonimi. Essi derivano infatti da informazioni individuali presenti in forma completa e dettagliata nei vari sistemi operativi aziendali e il loro uso può presentare rischi per la privacy. I gestori telefonici dovranno attenersi alle prescrizioni dettate loro singolarmente dal Garante. Ad alcune società, inoltre, il Garante ha chiesto di rafforzare i livelli di protezione per l’accesso ai dati.
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