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Tesla: trimestrale batte le attese. Musk vende il 75% della quota in Bitcoin

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Mentre naviga in acque agitate per l’operazione Twitter, Elon Musk può tirare un sospiro di sollievo per Tesla.  Nonostante le interruzioni alla produzione in Cina e gli alti costi di ampliamento di nuovi impianti in Texas e Germania, nel secondo trimestre il produttore di auto elettriche ha registrato profitti migliori del previsto, più che raddoppiati a 2,3 miliardi rispetto agli 1,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso e sopra le stime del mercato. Espressi in termini di utili per azione, sono stati pari a 2,27 dollari, contro gli 1,81 ipotizzati.

I risultati di Tesla

Nello stesso periodo, i ricavi hanno segnato una crescita del 42% su base annua a 16,9 miliardi di dollari. Sui risultati hanno influito positivamente la crescita delle consegne di veicoli, dall’aumento del prezzo medio di vendita e dalla crescita in altre parti del business. Per quanto positive, le entrate hanno tuttavia segnato un calo dai 18,8 miliardi di dollari del trimestre precedente, ponendo fine alla serie di ricavi record degli ultimi trimestri. L’azienda nella nota sui conti ha spiegato:

“Sebbene abbiamo affrontato alcune sfide, tra cui produzione limitata e arresti delle fabbriche a Shanghai per la maggior parte del trimestre, abbiamo ottenuto un margine operativo tra i più alti del settore del 14,6%, un free cash flow positivo di 621 milioni di dollari e abbiamo chiuso il trimestre con la più alta produzione mensile di veicoli nella nostra storia”.

La spesa per i nuovi impianti di produzione ha spinto il margine di profitto lordo di Tesla dalle attività automobilistiche al 27,9%, rispetto al margine record del 32,9% registrato nel primo trimestre. Tesla aveva rivelato che le interruzioni della produzione a Shanghai e la carenza di componenti avevano cancellato fino a un quarto delle consegne di veicoli nei tre mesi terminati il 30 giugno. Sebbene i 254.695 veicoli consegnati siano superiori del 27% rispetto all’anno precedente, la cifra rappresenta il suo primo calo trimestrale sequenziale in più di due anni.

Musk-Bitcoin: fine dell’amore?

A caccia di liquidità, Elon Musk ha intanto svalutato le sue partecipazioni in bitcoin. Tesla ha affermato di aver convertito il 75% della sua quota (936 milioni di dollari di contanti al bilancio) – che alla fine dello scorso anno era valutata a 1,99 miliardi di dollari – in valuta fiat, ponendo fine alla controversa scommessa nelle criptovalute dell’amministratore delegato Elon Musk.

“Il motivo per cui abbiamo venduto un sacco delle nostre partecipazioni in Bitcoin era che eravamo incerti su quando i lockdown in Cina si sarebbero attenuati, quindi era importante per noi massimizzare la nostra posizione di liquidità“, ha detto Elon Musk nella call con gli analisti. “Questo non dovrebbe essere preso come un verdetto sul Bitcoin”, ha aggiunto, specificando che Tesla è aperta ad aumentare le sue partecipazioni in criptovalute in futuro.

Risale allo scorso anno l’investimento della casa automobilistica nella criptovaluta, con l’acquisto per un controvalore di 1,5 miliardi di dollari. All’epoca si parlava di un potenziale a lungo termine, tanto che Tesla decise di aprire ai pagamenti delle vetture in Bitcoin negli Stati Uniti, salvo poi fare dietrofront adducendo motivazioni legate all’ambiente.

Il valore degli asset digitali rimanenti nel bilancio di Tesla è pari a 218 milioni di dollari. Musk, invece, ha spiegato che l’azienda possiede ancora tutti i suoi Dogecoin. “Non abbiamo venduto alcuno dei nostri Dogecoin”, ha dichiarato senza però snocciolare numeri che, probabilmente, sono da ritenersi esigui.