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Tesla sospende nuovi ordini dalla Cina. Titolo affonda: per Ubs rischia di perdere un ulteriore 20%

Nuovi problemi per Tesla: il costruttore Usa di auto elettriche ha sospeso l’accettazione di nuovi ordini per i modelli Model S e Model X sul suo sito web cinese, così come sull’app WeChat. La società non ha spiegato le ragioni. Secondo molti osservatori, la decisione sembra essere legata all’intensificarsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con l’imposizione di dazi statunitensi che hanno raggiunto il 145% sul valore delle merci importate dalla Cina.

Cosa sta succedendo

Entrambi i veicoli, prodotti negli stabilimenti Tesla in California e nei Paesi Bassi, sono importati in Cina, mentre i modelli Model 3 e Model Y, fabbricati nella Gigafactory di Shanghai, rimangono disponibili per l’acquisto. La sospensione degli ordini potrebbe anche riflettere il calo delle vendite di Tesla in Cina, dove la concorrenza con produttori locali come BYD è sempre più accesa. Nel febbraio 2025, Tesla ha registrato una diminuzione delle vendite del 49% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, vendendo 30.688 veicoli. Per cercare di contrastare questo trend, Tesla ha introdotto tagli di prezzo e incentivi, ma la concorrenza locale offre veicoli elettrici più economici e tecnologicamente avanzati, rendendo difficile per Tesla mantenere la sua quota di mercato.

Titolo in caduta

Ma questo è solo l’ultimo dei problemi a cui deve far fronte Elon Musk, fondatore e numero uno della casa produttrice dai auto elettriche. Da inizio anno, le azioni Tesla hanno perso circa il 38%, il calo più consistente tra le grandi aziende tecnologiche. E ora quota poco sopra i 250 dollari per azione. Ieri è arrivato un nuovo crollo (-7,3%), dopo che il giorno precedente il titolo aveva registrato la più forte impennata dal 2013 (+23%).

Il crollo di ieri è il risultato di relazioni commerciali sempre più tese tra Washington e Pechino, che rischiano di colpire duramente i grandi gruppi industriali con forti esportazioni nel gigante asiatico.

Analisti tagliano target price

In attesa di capire, se e quando, arriverà una tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, gli analisti di UBS, Goldman Sachs e Mizuho hanno tagliato i loro obiettivi di prezzo su Tesla, citando tutti e tre l’impatto sui margini delle tariffe auto di Trump.

“Ci aspettiamo che le azioni Tesla siano volatili, ma con un’inclinazione al ribasso, considerando la ricca valutazione (soprattutto rispetto agli altri titoli del Mag7) in un mercato poco dinamico”, ha scritto UBS. L’azienda, che ha un rating sell e un obiettivo di prezzo di 190 dollari (da 225), suggerendo un potenziale calo di quasi il 24% rispetto ai livelli attuali, ha detto di vedere anche “preoccupazioni sulla domanda”.

Meno pessimisti gli esperti di Goldman Sachs, che hanno ridotto la stima di prezzo da 275 a 260 dollari, citando la debole domanda automobilistica e i costi più alti dovuti alle tariffe, ma anche sottolineando che le iniziative di intelligenza artificiale di Tesla potrebbero fungere da cuscinetto a lungo termine.

Infine, Mizuho che ha tagliato la sua stima di prezzo da 430 a 375 dollari, vedendo ancora un potenziale di aumento del 48%. Pur riconoscendole pressioni competitive, gli analisti si dicono ottimisti sulla leadership di Tesla nel mercato statunitense delle auto elettriche.