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Tasse sulla casa, è caos. Aumenta aliquota Tasi

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ROMA (WSI) – Chi aveva cominciato a fare due conti si appresti a ricalcolare tutto da capo perché le tasse sulla casa sono destinate ancora una volta a cambiare volto. Sono bastate un po’ di consultazioni sotto le feste per arrivare alla decisione: l’aliquota massima della Tasi, l’imposta sui servizi indivisibili che di fatto sostituisce l’Imu sulle prime case, passerà dal 2,5 al 3 per mille e quella sulle seconde abitazioni dal 10,6 all’11,1 per mille.

Il maggior gettito sarà di 1,4 miliardi, che sommati ai 500 milioni già stanziati con la legge di stabilità porteranno a 1,9 miliardi la dote dei Comuni per reintrodurre le detrazioni previste dalla vecchia Imu e che andrebbero ad alleggerire di molto la tassazione sulla casa di famiglie numerose e meno abbienti.

Il tutto potrebbe veder luce già l’8 gennaio con un emendamento del governo al decreto Imu che proprio dopodomani approderà al Senato.

Anche se al momento su mini-Imu, Tasi e Tari sui rifiuti è caos totale. A pochi giorni dall’ipotetico versamento non si sa infatti ne’ quanto, ne’ quando e nemmeno cosa si dovrà realmente pagare.

Teoricamente il 24 gennaio bisognerà versare la mini-imu, ossia il 40% della differenza tra l’aliquota base e quella ritoccata verso l’alto da 2.375 Comuni, tra i quali Roma, Milano, Napoli, Torino e Genova.

Un esborso medio di 33 euro che i sindaci vorrebbero però evitare di imporre ai propri elettori. Il problema è che per abbonare l’obolo servono 440 milioni, che al momento il Governo non è riuscito a racimolare. Ancora ieri l’Anci rilanciava l’idea di coprire il buco con un una tantum sul gioco d’azzardo, che ai più nel Governo non pare però una strada percorribile.

L’aumento contestuale di aliquote e detrazioni sulla Tasi sembra invece cosa fatta ed andrebbe ad alleggerirebbe l’imposta per le famiglie numerose e con redditi più modesti, ma di fatto con una aliquota del 3 per mille resusciterebbe sotto mentite spoglie la vecchia Imu del 4 per mille per single e coppie senza figli con maggiori potenzialità di spesa, che difficilmente usufruirebbero delle detrazioni, che spetterà comunque ai Comuni decidere come applicare in piena autonomia.

Se ancora regna incertezza su quanto si dovrà pagare non è che le idee siano più chiare rispetto a quando e come versare il dovuto. Al momento, se non ci saranno ripensamenti, l’unica data certa è quella del 24 gennaio per il pagamento della mini-Imu.

Sulla Iuc, composta da Tasi e Tari sui rifiuti, è invece caos più totale. La legge di stabilità lascia ai Comuni totale autonomia su quando fissare le scadenze e sul richiedere l’importo in un’unica rata il 16 giugno o in due versamenti a data da destinarsi. Sempre i sindaci dovranno poi decidere quanta parte della Tasi dovranno accollarsela gli affittuari, per i quali la legge di stabilità si limita a fissare una forbice tra il 10 e il 30%.

E poi c’è il rebus su come pagare. Anche qui i Comuni saranno liberi di riscuotere contemporaneamente la tassa sui servizi e quella sui rifiuti oppure distinguere i pagamenti. L’Agenzia delle entrate, a sua volta, dovrà definire le modalità di pagamento con bollettino che dovrebbe essere recapitato a domicilio dei contribuenti.

Non prestampato con gli importi da saldare però, come si è ventilato in questi giorni. I conti ce li dovremo fare da soli e per la maggior parte degli italiani sarà necessario ricorrere ai Caf o al commercialista, perché i calcoli si preannunciano complessi.

Soprattutto per la Tari sui rifiuti, sulla quale si applica il principio europeo del “chi più inquina più paga” e che dovrà coprire l’intero costo del servizio comunale di smaltimento. La Tasi si calcola invece sulla rendita catastale rivalutata del 65%. Se si capisse con quali aliquote e detrazioni fare i conti.

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