(9Colonne) – Roma, 28 mar – Le tariffe dei treni sono troppo basse ed è in gran parte nel blocco degli aumenti stabilito nel 2001 che risiedono i motivi delle difficoltà economiche incontrate attualmente da Ferrovie dello Stato. Lo ha sostenuto, suscitando un prevedibile polverone, il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, nel corso della sua audizione alla Commissione Trasporti della Camera. Le tariffe delle Fs sarebbero, secondo il titolare del Tesoro, “del tutto fuori linea”. “Il sistema delle tariffe è fondamentale – ha spiegato Padoa-Schioppa –. Questo sistema va ristrutturato. Il recente aumento delle tariffe recupera parte di un ritardo che è, a mio giudizio, molto deplorevole e dovuto a un blocco di molti anni”. “E’ evidente che le tariffe non possono essere altro che una delle fonti di finanziamento – è l’analisi del ministro – e non si può pensare di farne una fonte di finanziamento più forte di quella che è in un sistema ferroviario che funziona come quelli dei Paesi vicini a noi”. Vanno ripsettate, ovviamente, le tariffe scontate per i pendolari. “Ci possono essere tranquillamente dei sistemi di tariffe particolarmente bassi per chi usa il trasporto pubblico quotidianamente – aggiunge Padoa-Schioppa – ma la generalizzazione del contenimento delle tariffe non è a priori una misura difendibile in ogni circostanza”. Le parole del ministro hanno immediatamente dato il “la” a una lunga serie di reazioni da parte di sindacati e consumatori. Il Codacons commenta che “il ministro forse non è abituato a prendere i treni che ogni giorno utilizzano gli italiani. Non ha alcun senso paragonare le tariffe italiane a quelle di altri paesi, per il semplice fatto che all’estero la qualità è assai superiore, e anche i redditi sono sensibilmente più alti”.
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