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Ubs: super-ricchi prudenti in vista della recessione

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Tempi duri per i familiy office alle prese con la mole di liquidità ferma sui conti correnti. Con i mercati obbligazionari che offrono rendimenti reali negativi e l’azionario che rischia di fare un passo indietro, sotto i colpi del rallentamento economico, i gestori dei patrimoni delle grandi famiglie stanno attraversando una periodo particolarmente critico nella scelta dell’allocazione dei capitai. Tutto questo mentre il quadro macroeconomico che lascia poco spazio all’ottimismo.

Negli ultimi giorni Jeffrey Gundlach, Chief Investment Officer di DoubleLine Capital,  ha spiegato che a suo avviso c’è una probabilità del 75% di una recessione negli Stati Uniti prima delle elezioni presidenziali del novembre 2020, mentre gli economisti intervistati da Bloomberg ad agosto hanno previsto una probabilità del 35% nei prossimi 12 mesi, quattro punti percentuali rispetto a un mese prima. Nel frattempo, la Banca mondiale ha ridotto le sue previsioni globali per il 2019, anticipando un tasso di crescita più lento dalla crisi finanziaria di un decennio fa.

Una visione condivisa da molti dei 360 uffici monofamiliari e plurifamiliari globali esaminati per il Rapporto UBS Global Family Office 2019, realizzato in collaborazione con Campden Research. La maggioranza degli uffici prevede infatti che l’economia globale entrerà in recessione entro il 2020. E in vista di tempi più duri, il 42% dei family office di tutto il mondo sta raccogliendo riserve di liquidità.

“C’è più cautela e paura dei mercati azionari  tra gli investitori ultra-high-net-worth”, ha affermato Timothy O’Hara, presidente del Rockefeller Global Family Office all’agenzia Bloomberg.

I family office stanno rafforzando la loro presenza nei mercati finanziari globali. Campden stima che tali aziende gestiscano circa $ 5,9 mila miliardi. Gli uffici del sondaggio UBS hanno una gestione media di $ 917 milioni.

“I family office sono cauti sulle tensioni geo-politiche e c’è un’idea diffusa che stiamo raggiungendo la fine dell’attuale ciclo di mercato”, ha dichiarato Rebecca Gooch, direttore della ricerca di Campden Wealth, aggiungendo che “sebbene i family office non abbiano apportato modifiche significative al proprio portafoglio, molti hanno accumulato riserve di cassa e ridotto l’indebitamento dei propri investimenti in previsione di interruzioni future”.