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SUICIDI E BOOM DI DIVORZI LA CRISI SCONVOLGE GLI USA

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(WSI) – Un suicidio e molti divorzi: l’onda lunga della crisi dei mutui invade le famiglie dei manager dell’alta finanza, scatenando danni a catena. La crisi dei mutui ha la sua prima vittima, nel senso letterale del termine con il top manager Scott Coles, 48 anni, brillante titolare di una importante società di mutui in Arizona, che si è suicidato lasciandosi alle spalle una bancarotta valutata in diverse centinaia di milioni di dollari.

Al momento in cui si tolse la vita, circa un mese fa, gli inquirenti avevano immaginato un atto di disperazione dovuto all’improvviso divorzio dalla moglie neanche trentenne ma gli accertamenti eseguiti portano ora a disegnare ben altro scenario. All’origini del gesto disperato c’è il fatto che la Mortgages Ldt di Coles non trovava più capitali a causa della crisi dei mutui e le esposizioni accumulate avevano portato a porre le premesse di una bancarotta, poi puntualmente dichiarata il 24 giugno, che neanche il ricorso al Chapter 11 – l’amministrazione controllata – avrebbe consentito di gestire o superare. Da stella del gotha economico dell’Arizona, Coles stava per precipitare nella miseria.

Da qui la scelta del proprietario di scrivere una lettera d’addio, indossare un elegante smoking e impiccarsi sopra il letto ex-matrimoniale come scelta estrema per non dover assistere all’inesorabile crollo dell’impero immobiliare che aveva contribuito a creare facendo crescere di molto la piccola azienda ereditata dal padre, che l’aveva fondata nel 1963. «Scott Coles era molto ambizioso, voleva essere più grande della sua stessa vita, si considerava il creatore di Phoenix» ha detto di lui al «Wall Street Journal» Malcom Jozoff, che gli fu amico e anche partner in molti investimenti di successo.

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L’ambizione di Coles è lo specchio di quanto avvenuto in Arizona negli ultimi venti anni: Phoenix si è trasformata in uno dei polmoni della crescita economica nazionale grazie al massiccio arrivo di cittadini da altri Stati, che hanno fatto lievita a dismisura il mercato immobiliare portando al boom dei mutui. La drammatica scomparsa trasforma ora la sua parabola nello spettro che assilla numerosi manager alle prese con il crollo del mercato nazionale dei mutui.


Se lui ha perduto la vita a causa della crisi finanziaria, altri manager stanno perdendo le mogli. A rivelarlo sono le notizie che rimbalzano da Wall Street conquistando i titoli dei tabloid di Manhattan, secondo i quali il crollo del credito e la diminuzione dei profitti hanno portato negli ultimi 12 mesi ad un significativo aumento del numero dei divorzi, soprattutto nelle aree della Grande Mela dove si concentrano i redditi più alti. Un avvocato di New York ha rivelato di aver ricevuto dalla moglie la richiesta di separazione a seguito del crollo del reddito annuale da 20 milioni a 8 milioni. Per arginare la situazione questo manager ha da un lato chiesto all’avvocato di guadagnare tempo e dall’altro ha preso soldi in prestito per regalare alla moglie abiti e vacanze di lusso.

Uno dei principi del foro di Manhattan, l’avvocato Raoul Felder che rappresentò Larry Fortensky nel divorzio da Elizabeth Taylor, afferma che le «separazioni dei super ricchi» sono aumentate da 250 a 300 nell’ultimo anno, registrando il maggiore balzo in avanti dal 1980. A confermare i guai famigliari dei residenti più ricchi di New York è anche Kenneth Muellen, psicoterapista dell’East Village molto popolare fra banchieri e magnati, secondo il quale «la crisi del credito sta diventando per loro qualcosa di molto serio, come il gioco d’azzardo, il bere o il sesso, in grado di distruggere vite e famiglie».

Ciò che colpisce, aggiunge Nancy Chemtob, altro avvocato esperto di cause matrimoniali, è come la «crisi del credito» si sia trasformata in una delle «motivazioni portate da un coniuge per separarsi dall’altro», spiegando che provoca malumori, violenze casalinghe e «abbandoni» creando una spirale che distrugge la vita coniugale. Essendo venuti meno i molti milioni dollari che finora la sostenevano.

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