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Starbucks e l’Italia: cinque cose da sapere

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È la più grande catena di caffetterie al mondo e si prepara nel 2017 a sbarcare anche in Italia, la patria dell’espresso. Parliamo di Starbucks, l’azienda fondata nel 1971 da Howard Schultz, punto di ritrovo per studenti, lavoratori e viaggiatori che alla comodità delle poltrone di Starbucks si rilassano sorseggiando il frappuccino o gustando una fetta di torta, il tutto godendo del wi-fi gratuito.

Ecco cinque cose da sapere su Starbucks.

Origine e storia

La Starbucks è una catena americana di caffetteria che oltre al caffè a suoi derivati, offre anche dessert e prodotti di pasticceria. Era il 30 marzo 1971 quando Howard Schultz, attuale amministratore delegato, aprirà il primo negozio Starbucks a Seattle in America.

L’idea venne a Schultz in viaggio in Italia, a Milano per l’esattezza nel 1983: innamorato del caffè italiano, decise di portare l’autenticità della moka italiana in America. Anche se, a dirla tutto, il caffè servito in Starbucks non è certamente come il nostro. Qualche anno dopo l’idea di Schultz prese piede  e nel 1989 arriverà ad aprire 46 negozi negli Stati Uniti d’America.

Il logo

Il nome della caffetteria deriva da starbuck un personaggio della storia di Moby Dick e il logo di Starbuck prevede al centro dell’immagine che si trova su tovagliette, tazze tazzine, una sirena come figura centrale con la scritta Starbucks – coffe-tea-spices e negli ultimi 35 anni  ha subito diversi cambiamenti significativi, ma sempre aderendo al tema originale.

Nel 1987 il logo è stato modificato e i seni nudi della sirena sono stati coperti dai capelli e si è passati ad un verde scuro, accompagnato dal solo nome della caffetteria e due stelle. Ma la rivoluzione nel logo è arrivata nel 2011 quando l’immagine della sirena è stata ingrandita e non vi è alcun riferimento alla scritta Starbucks. Una scelta di marketing visto che ormai nell’immaginario collettivo quell’immagine è associata automaticamente alla catena di caffetteria.

Sedi e fatturato

Da Seattle Starbucks si è sviluppata in tutta il mondo e oggi conta 18.435 coffee shop aperti dall’America all’Europa, passando per l’Asia, con oltre 180mila dipendenti e un giro d’affari pari a 15,6 miliardi di dollari nel 2016.

Lo sbarco in Italia

In Italia, paese da cui il fondatore Schultz ebbe l’idea di aprire la caffetteria, ad oggi ancora non è stato aperto un negozio Starbucks. Ad oggi visto che, nonostante l’ostracismo dimostrato da più parti, Schultz ha annunciato nel corso dell’assemblea annuale del gruppo che nel 2017 verrà aperto il primo Starbucks in Italia e precisamente a Milano, a seguire Verona e Venezia.

“Sarà elegante, la quintessenza del design nel centro di Milano Sono molto coinvolto, in ogni dettaglio. Per me è anche una realizzazione personale. Dedicherò a questa città un caffè speciale, una miscela premium, ricca e forte”.

L’attacco a Trump

Nata in America, Starbucks si schiera come tanti altri colossi statunitensi contro la nuova amministrazione guidata dal presidente Donald Trump e in particolar modo contro il bando anti migranti firmato a pochi giorni dall’elezione del tycoon. Il bando prevede nel dettaglio la sospensione per 90 giorni dell’ingresso alle persone provenienti da sette paesi a maggioranza islamica (Siria, Libia, Iraq, Iran, Somalia, Yemen, Sudan).

Una decisione che ha causato sdegno e indignazione da parte di big americani tra cui proprio l’amministratore delegato di Starbucks Howard Schultz che risponde alle politiche di divieto del presidente Donald Trump promettendo di assumere 10mila rifugiati in cinque  anni.