Economia

Scompare il Nobel per l’economia Markowitz. Ecco come ha cambiato la finanza

E’ scomparso a 95 anni a San Diego Harry M. Markowitz, economista statunitense premio Nobel per l’Economia nel 1990. L’economista è morto il 22 giugno scorso, ma l’annuncio ufficiale è stato dato soltanto ieri da Mary McDonald, assistente di lunga data del professore. La scomparsa di Markowitz è stata dovuta a una polmonite e a una sepsi. Vediamo chi era e perchè è importante per la finanza oggi.

Chi era Markowitz

Nato a Chicago nel 1927 da Morris e Mildred Markowitz, proprietari di un piccolo negozio di alimentari, Markowitz si è laureato in economia all’Università di Chicago. “Diventare economista non era un mio sogno d’infanzia. Quando ho terminato la laurea triennale e ho dovuto scegliere un corso superiore, ho riflettuto per un po’ e ho deciso per Economia. Micro e macro andavano benissimo, ma alla fine fu l’economia dell’incertezza a interessarmi: in particolare, gli argomenti di Von Neumann, Morgenstern e Marschak sull’utilità attesa, la funzione di utilità Friedman-Savage e la difesa della probabilità personale da parte di L. J. Savage. Ho avuto la fortuna di avere Friedman, Marschak e Savage tra gli altri grandi insegnanti a Chicago. Anche il corso di Koopmans sull’analisi delle attività, con la sua definizione di efficienza e l’analisi degli insiemi efficienti, è stato una parte fondamentale della mia formazione”, racconta Markowitz nella sua biografia pubblicata all’interno della serie di libri dedicata ai premi Nobel.

Markowitz scrisse una tesi di laurea in cui applicava i modelli matematici al mercato azionario, elaborando i concetti di base della sua modern portfolio theory (MPT). “I concetti di base della teoria del portafoglio mi vennero in mente un pomeriggio in biblioteca, leggendo la Teoria del valore degli investimenti di John Burr Williams. Williams proponeva che il valore di un’azione fosse pari al valore attuale dei suoi dividendi futuri. Poiché i dividendi futuri sono incerti, interpretai la proposta di Williams nel senso di valutare un’azione in base ai dividendi futuri attesi. Ma se l’investitore fosse interessato solo ai valori attesi dei titoli, sarebbe interessato solo al valore atteso del portafoglio; e per massimizzare il valore atteso di un portafoglio è necessario investire solo in un singolo titolo. Sapevo che questo non era il modo in cui gli investitori agiscono o dovrebbero agire. Gli investitori diversificano perché sono interessati al rischio e al rendimento. Mi venne in mente la varianza come misura del rischio. Il fatto che la varianza del portafoglio dipendesse dalla covarianza dei titoli rendeva l’approccio ancora più plausibile. Poiché vi erano due criteri, il rischio e il rendimento, era naturale ipotizzare che gli investitori selezionassero dall’insieme delle combinazioni rischio-rendimento ottimali di Pareto”, racconta Markowitz.

Nel 1952 lasciò l’università e andò a lavorare alla Rand Corporation, think tank statunitense che conduce analisi e ricerche dal 1948. Ebbe come collega George Dantzig, da cui apprese le tecniche di ottimizzazione di base. Nello stesso anno, Markowitz pubblicò un articolo sulla selezione di portafoglio.

Negli anni Cinquanta Markowitz partecipò alla costruzione di grandi modelli di simulazione logistica alla Rand Corporation e alla General Electric diede supporto nella costruzione di modelli di impianti di produzione. Nel 1959 pubblicò il saggio “Portfolio selection: efficient diversification”, in cui espone la sua Modern Portfolio Theory (MPT), che in seguito sarà approfondita dal premio Nobel William Sharpe, conosciuto per il modello matematico Capital Asset Pricing Model.

Tornò in Rand negli anni Sessanta per sviluppare un linguaggio di programmazione, in seguito chiamato SIMSCRIPT, che riduceva i tempi di programmazione consentendo al programmatore di descrivere (in un certo modo stilizzato) il sistema da simulare piuttosto che descrivere le azioni che il computer doveva compiere per realizzare la simulazione. Nel 1962 Markowitz ha co-fondato il California Analysis Center Incorporated, una società di software per computer che sarebbe diventata CACI International. Nel 1968 ha iniziato a gestire un hedge fund di successo, Arbitrage Management Company, basato sulla MPT, che si ritiene sia stato il primo a impegnarsi nel trading di arbitraggio computerizzato.

Nel 1989, Markowitz fu insignito del Premio Von Neumann per la teoria della ricerca operativa dalla Operations Research Society of America e dall’Institute of Management Sciences. Markowitz è stato professore presso la Wharton School di Filadelfia, l’University of California di Los Angeles e la Rutgers University di New Brunswick nel New Jersey e infine titolare della cattedra di finanza ed economia presso il Baruch College di New York. Nel 1999, il giornale finanziario “Pensions & Investments” ha nominato Markowitz “uomo del secolo”.

Perchè è importante oggi

Il contributo di Markowitz alla finanza è stato enorme. Prima della sua MPT, gli investitori valutavano il rischio e il rendimento delle diverse operazioni finanziarie sulla base di tecniche empiriche basate sull’intuizione. Inoltre, le analisi erano condotte titolo per titolo e non sull’intero portafoglio, come avviene nel caso della MPT, secondo cui la combinazione dei titoli deve presentare un adeguato rapporto rischio rendimento per essere considerata vantaggiosa per chi investe. Carlo Benetti, market specialist di Gam (Italia) sgr, ha commentato ai nostri microfoni:

“Markowitz è stato un autentico pioniere della nostra industria, ha rivoluzionato il modo in cui pensiamo ai mercati finanziari e alla selezione dei portafogli di investimento. L’articolo “Portfolio Selection”, pubblicato nel marzo 1952 e che gli valse il premio Nobel nel 1990, divide l’attività di gestione dei portafogli in due epoche, quella a. M., ante Markowitz, quando il rischio era un concetto (le azioni sono più rischiose delle obbligazioni) e l’epoca d. M., dopo Markowitz, nella quale il rischio da concetto è diventato un numero, dunque misurabile e quantificabile.

Al cuore della moderna teoria del portafoglio c’è la relazione tra rischio e rendimento, nell’epoca “dopo Markowitz” un portafoglio sapientemente diversificato anche in azioni può rivelarsi meno rischioso di un portafoglio di sole obbligazioni. Markowitz fu il primo a dimostrare che il rischio complessivo di un portafoglio non dipende dalla rischiosità dei singoli titoli ma dalla loro relazione o, meglio, dalla loro correlazione, cioè il movimento relativo di un titolo in funzione del movimento di un altro titolo. Dal 1952 nessuno mette in dubbio che un portafoglio sapientemente diversificato abbassi il rischio complessivo degli investimenti“.

Infatti, i risultati della teoria di Markowitz poggiano sul concetto di diversificazione finanziaria, dal momento che dicono che attraverso una scelta oculata dei titoli in portafoglio, quest’ultimo presenta un rischio inferiore rispetto alla media ponderata dei titoli in portafoglio. Per la prima volta, i benefici della diversificazione sono stati quantificati, utilizzando la matematica.

L’economista è stato anche il primo a introdurre il concetto di correlazioni tra i titoli, ossia una relazione lineare tra questi ultimi, per cui una variazione dell’uno corrisponde a una variazione dell’altro.

Inoltre, la MPT ha dato origine a una serie di altre teorie volte a descrivere il rischio, contribuendo all’approfondimento del tema.

Tra le ipotesi alla base della teoria di Markowitz c’è la razionalità degli investitori. Un’ipotesi che sarà messa più tardi in discussione dalle più recenti teorie di finanza comportamentale. Infine, Claudio Tebaldi, docente di teoria della finanza presso l’Università Bocconi di Milano, rimarca il valore fondativo del pensiero di Markowitz:

“Ha introdotto un linguaggio semplificatorio rispetto ai canoni dell’economia finanziaria classica, grazie alla rappresentazione di rischio-rendimento. Ha avuto il grande merito di capire che occorreva semplificare affinchè il linguaggio degli economisti tradizionali diventasse uno strumento a supporto delle decisioni manageriali. La semplificazione del linguaggio ha permesso di passare da un’analisi descrittiva a un’analisi quantitativa, utile per rendere più efficace la comunicazione e rappresentazione dei vari portafogli. Con Markowitz, la decisione è semplificata dal calcolo algoritmico e resa al contempo intuitiva. Ormai quando si classificano gli investimenti, si pensa sempre al trade off tra rischio e rendimento, per cui l’aumento di uno implica l’aumento dell’altro e per abbassare rischio si accetta una decurtazione del rendimento. Il contributo di Markowitz in origine era considerato come interdisciplinare perché da un lato risponde ai criteri rigorosi dell’economia teorica, ma ha anche dei risvolti operativi che lo rendono utile dal punto di vista manageriale. Il suo fu il primo contributo di financial management, su cui ha poggiato crescita dell’intera industria finanziaria”.