Economia

Sberbank dice addio all’Europa. Crollo verticale del titolo, ora vale pochi cent

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La banca russa Sberbank, sanzionata dalla Ue per l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe del Cremlino, dice addio al mercato europeo. Lo ha comunicato la maggiore banca russa in una nota, spiegando di non essere “non essere più in grado di fornire liquidità alle filiali europee, ma il suo livello di capitale e la qualità degli attivi sono comunque sufficienti per effettuare pagamenti a tutti i depositanti”.

In realtà, il Single Resolution Board, l’istituzione bancaria europea che si occupa della gestione delle crisi delle banche, ha deciso nella tarda serata del primo marzo di avviare la procedura di insolvenza per la capogruppo austriaca di Sberbank Ag, mentre le filiali in Croazia e Slovenia sono state vendute alle banche locali,.

“Penso che sia giusto dire che è stata una corsa agli sportelli che è stata davvero innescata dall’accresciuto rischio geopolitico e dall’entrata in vigore delle sanzioni. Non è un’insolvenza per deficit del patrimonio netto, è un’insolvenza per mancanza di liquidità”, ha affermato Elke Koenig, che guida l’SRB, ovvero il soggetto che garantisce la risoluzione ordinata delle banche in difficoltà, con un minimo impatto sull’economia reale e le finanze pubbliche dei paesi dell’UE.

I depositanti della filiale austriaca sarebbero protetti fino a 100.000 euro, in linea con la legislazione europea, mentre quelli in Croazia e Slovenia sarebbero coperti “senza limiti”. Sberbank AG ha sofferto problemi di finanziamento in seguito all’annuncio di dure sanzioni dell’Unione Europea volte a soffocare l’accesso delle banche russe ai mercati dei capitali.
In una situazione di forte difficoltà, il sostegno alla filiale austriaca non è stato possibile poiché la banca centrale russa proibisce alle istituzioni finanziarie di inviare contanti ai paesi che hanno imposto sanzioni.

Sberbank Europe AG – che è posseduta al 100% dalla società madre russa della banca – ha anche filiali in Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Ceca, Ungheria e Serbia, che non sono controllate dai regolatori europei.

Sberbank: crollo verticale

Un crollo verticale che ha spinto le azioni a valere poco più di zero. È quanto ha subito Sberbank, prima banca russa, che ieri ha perso il 90% sulla borsa di Londra, portando il calo complessivo da inizio anno al 99,9%. In valori assoluti, il titolo è passato dai 16,12 dollari del 3 gennaio 2022 (la prima seduta dell’anno) agli 0,02 dollari della seduta di ieri.

Il 52,32% delle quote societarie è di proprietà della Banca centrale russa, mentre il resto delle azioni è distribuito tra investitori privati (con una partecipazione straniera stimata ad oltre il 43%).