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Debacle Russiagate, Trump euforico. Credibilità media compromessa?

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Sparite le nuvole del Russiagate, il presidente Usa Donald Trump canta vittoria. Messo in tasca lo scagionamento, il leader dei Repubblicani torna a rispolverare in campagna elettorale la retorica della battaglia contro i democratici e i media, coloro che “hanno mentito” agli americani.  Un portavoce della Casa Bianca ha detto che Trump “è molto su di giri”.

E ne ha ben donde. “L’indagine dello Special Counsel ha evidenziato che nessuno nella campagna di Trump, o associato a essa, ha cospirato o si è coordinato con la Russia“. Non ci potrebbero essere parole più care al presidente, che dalla Florida ha subito esultato e parlato di “un’indagine vergognosa“.

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Mentre il presidente americano Trump esulta, negli Stati Uniti si accende il dibattito sul ruolo della stampa nel Russiagate. Pesanti le accuse arrivate dal premio Pulitzer, Gleen Greenwald, che in un’intervista a Democracy Now ha dichiarato:

La copertura del Russiagate “è stato lo spettacolo più triste che abbia mai visto, da quando ho iniziato la mia carriera da giornalista nel 2005. E ciò che rende ancora più triste è notare che tutte le persone che hanno acquisito la loro credibilità giornalistica in quella che si è rivelata una frode e truffa completa e totale continuano a cercare di aggrapparsi a qualche traccia di credibilità”, facendo circolare “teorie cospirazioniste e ancora più imprudenti e più sconcertate di quelle a cui siamo stati sottoposti da tre anni”.