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Rivoluzione catasto: addio case popolari e lusso. Rischio salasso?

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ROMA (WSI) – Bisognerà aspettare ancora qualche giorno, prima che il decreto legislativo che rivoluzionerà il catasto e di conseguenza anche il sistema di tassazione sulle case abbia il via libera. Diverse le anticipazioni: la rivoluzione partirà in data 1° luglio, giorno in cui l’Agenzia delle Entrate inizierà ad esaminare uno a uno il valore di 63 milioni di immobili circa, ricalcolandolo, per avvicinarlo ai valori di mercato. La rivoluzione durerà cinque anni; di conseguenza i nuovi valori catastali entreranno in vigore nel 2019.

Sparirà la differenza tra case popolari, residenziali, o di lusso. Di conseguenza, addio alle lettere A/1, A/2, A/3, A/9 e oltre, così come addio alle categorie A-B-C-D-E-F. I gruppi esistenti saranno due: quelli “ordinari” e quelli “speciali”.

Nello specifico, la lettera “O” di ordinarie, comprenderà tutte le abitazioni degli italiani rientreranno tutte in una lettera. Si terrà conto dei metri quadri anziché dei vani e di altre caratteristiche per il calcolo del valore commerciale, tra cui balconi, piano e ascensore. Tutti gli immobili considerati appartamenti saranno inseriti nella nuova «O/1».

La lettera “S” di “speciali” racchiuderà tutti gli immobili pubblici e a uso commerciale.

Continueranno ad essere esentasse i luoghi di culto, dunque la Chiesa continuerà a non pagare tasse. Stando a quanto riporta un articolo de La Stampa, sebbene il decreto abbia promesso l’invarianza di gettito, alcuni saranno a rischio salasso.

“Probabilmente per molte abitazioni di periferia o di nuova costruzione classificate oggi come di tipo economico (A3) o civile (A2) alla fine si pagherà meno – ha spiegato al quotidiano il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy – Per chi possiede case nei pregiati centri storici, ma classificate come popolari o ultrapopolari, o per i proprietari dei rustici trasformati in ville il salasso è invece assicurato”. Loy intravede poi anche una “stangatina” sulla tassa rifiuti per via del calcolo fatto su metri quadri anziché vani.

La Stampa riporta la stima dei nuovi valori catastali elaborata dall’Agefis
associazione dei geometri fiscalisti, secondo cui i maggiori aumenti si verificherebbero a Salerno (più 178%), Bolzano (+176%), Parma (169%) e Napoli (+150%). Gli incrementi più contenuti invece ad Aosta (+30%) e Torino (più 51%), dove però in provincia, secondo la Uil, gli aumenti sarebbero intorno al 90%.